Una barberia nottetempo utilizzata come pizzeria, in violazione delle vigenti norme contenute nei Dpcm in materia di assembramenti e coprifuoco alle 22. È quanto accaduto nelle ore della notte appena trascorsa in quel di Corigliano Scalo.
Una pattuglia della Sezione Radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Corigliano Calabro, agli ordini del Capitano Cesare Calascibetta, nel corso della consueta attività di controllo e monitoraggio del territorio, ha difatti notato la presenza di alcune luci provenienti da un esercizio pubblico, una sala da barba appunto, sita nello Scalo cittadino. I militari decidevano, pertanto, di effettuare un accurato sopralluogo per verificare cosa stesse accadendo all’interno del locale, pensando anche ad un’eventuale azione furtiva in corso.
I bagliori notturni, invece, erano ascrivibili a ben altra “sorpresa” davanti alla quale si sono trovati dinnanzi i militari: 4 persone intente a consumare allegramente pizze e a bere alcolici nella medesima barberia, tra le quali anche un pregiudicato del luogo. Quest’ultimo iniziava ad inveire contro gli uomini della Benemerita, perché probabilmente “infastidito” da tali presenze che lo costringevano ad interrompere il banchetto in corso; in supporto dei militari della Sezione Radiomobile giungevano di lì a poco altre due pattuglie della Compagnia dei Carabinieri di Corigliano, ed anche nei confronti degli altri colleghi l’uomo continuava a profferire insulti e minacce.
I Carabinieri procedevano, quindi, a sanzionare amministrativamente tutte e 4 le persone presenti all’interno della barberia, alla luce delle predette violazioni contenute nei Dpcm per la prevenzione e il contenimento da emergenza Covid-19, e a denunciare il predetto pregiudicato alla Procura della Repubblica di Castrovillari, dopo averlo accompagnato in caserma per le formalità di rito, per oltraggio e minacce a pubblico ufficiale. Inoltre, veniva compiutamente identificato il titolare della barberia e segnalato alla Prefettura di Cosenza che provvederà ad emettere nei suoi confronti gli opportuni provvedimenti del caso (si rischia anche la chiusura dell’attività) perché, seppure non presente a tale “incontro” scoperto dai militari, era comunque tenuto a vigilare sull’ingresso delle codeste persone nel proprio esercizio.
Fabio Pistoia