Era una donna forte e combattiva, con tanta voglia di vivere, benvoluta e stimata da quanti la conoscevano. Entrata lo scorso primo novembre nel reparto di Ortopedia dell’ospedale “Nicola Giannettasio” dell’area urbana di Rossano, la donna, residente nell’annessa area urbana di Corigliano con la sua famiglia, doveva sottoporsi ad un intervento a seguito di una frattura scomposta del femore;
operazione svoltasi, e perfettamente riuscita, lo scorso 5 novembre, dopo che la donna, secondo quando affermano i suoi familiari, era stata sottoposta dai sanitari al tampone per accertare l’eventuale positività al Covid-19, e che invece aveva dato esito negativo.
Qualcosa, però, anzi molto più di qualcosa, non sarebbe andato per il verso giusto. La signora coriglianese, purtroppo, è deceduta sabato scorso, 21 novembre, perché, pur se anziana e reduce dal suddetto intervento, è stata contagiata dal Coronavirus, come attestato da ulteriore tampone post-operatorio; contagio assunto, sempre secondo il racconto dei familiari, proprio all’interno del nosocomio rossanese, a seguito del contatto avuto con un’altra donna, positiva al virus, ricoverata in data 7 novembre nella medesima stanza del “Giannettasio” dove si trovava la degente signora 94enne. In pratica, entrata in ospedale senza infezione e deceduta contagiata all’interno dello stesso.
Tale ricostruzione dei fatti, a dir poco raccapriccianti se confermati dall’accertamento della verità da parte delle preposte autorità, è contenuta in una circostanziata denuncia immediatamente presentata dai familiari della donna scomparsa presso la Compagnia dei Carabinieri di Rossano. E difatti la salma della signora è adesso a disposizione della dottoressa Valentina Draietta, P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Castrovillari. Un fatto grave, se tale accusa dovesse trovare riscontro, che metterebbe ancora una volta l’accento sulla situazione di rischio e pericolosità derivante dalla promiscuità del cosiddetto Polo Covid e sulla presunta scarsa tutela per tutti i cittadini che ricorrono alle cure ospedaliere per altre patologie e si vedono potenzialmente esposti, invece, al contagio da Coronavirus.
Fabio Pistoia