Esiste una povertà educativa di cui bisogna tenere conto quando si decide di chiudere le scuole. Gli ultimi dati emersi dal Rapporto Asvis 2020 ci mettono seriamente in guardia sulla d. a.d(la didattica a distanza). La d.a.d ha avuto e sta avendo ricadute negative sui processi di insegnamento e di apprendimento, sul livello di competenza degli studenti e sulla dispersione scolastica.
Mi soffermo su questo ultimo aspetto proprio perché si registra in Calabria, e al sud, la più alta percentuale di dispersione scolastica. Negli ultimi 5 anni più del 21% degli studenti e’ arrivato alla maturità. Ciò diventa ancora più complicato se si fa riferimento a quanti altri studenti abbandoneranno gli studi perché non supportati con adatti strumenti digitali. Come docente, mamma e cittadina mi sento indignata rispetto alle diseguaglianze che la d.a.d sta creando negli studenti. Molti comuni calabresi se ne sono resi conto, tranne il nostro comune di Corigliano-Rossano, il quale non sta fornendo sostegno alcuno alle famiglie e alle scuole in questo senso non cogliendo l’ importanza di fare rete. La d.a.d pur essendo necessaria, in questa fase emergenziale epidemiologica, rischia di lasciare indietro tutti quegli studenti che per motivi diversi non hanno possibilità di accederealla tecnologia . È preciso dovere istituzionale e delle amministrazioni pubbliche attivarsi per garantire formazione più omogenea e più efficace e fornire il materiale digitale necessario a tutti gli studenti. Per queste ragioni faccio un appello al sindaco Stasi di avviare un indagine insieme alle scuole del territorio sulle necessità tecnologiche che le famiglie hanno in ordine alla prosecuzione della didattica in questo periodo di emergenza, proprio per evitare che la dispersione svoladtica possa aumentare ancora di più in percentuale. Segnalo che molti ragazzi da febbraio 2020, dal primo lockdown nazionale, sono in attesa dei pc o del solo tablet. Qualcosa non ha funzionato e non sta funzionando il nostro comune non può avere un ruolo.marginale in questo scenario anzi deve sostenere l’ innovazione digitale, così come stanno facendo tantissimi comuni calabresi, non è accettabile che il comune si chiama fuori da quel patto di ‘corresponsabilità ‘ tra famiglia e scuola che mette al centro l’ educazione e la formazione del cittadino del domani. Un plauso va alle scuole del territorio e ai dirigenti scolastici che stanno ancora consegnando , su richiesta dei genitori e per chi ne ha requisiti , gli strumenti in loro possesso in comodato d’uso cosi come il MIUR che ha erogato dei vaucher presso i centri Tim , Vodafone e altri che hanno aderito per una spesa di 500€, ma per accedere esistono sempre dei requisiti( ennesima esclusione).
La scuola digitale e’ un pilastro fondamentale per la formazione dei ragazzi del domani e deve tendere all’ inclusività e all’uguaglianza e non puo’ lasciare indietro nessuno. Peccato che anche questa volta il comune di Corigliano- Rossano si è configurato essere, come sempre, attore non protagonista.
Pamela De Patto