PANDEMIA PANDEMIA.
Il 22 marzo 1924 il barone Guido Compagna invia all’allora sindaco di Corigliano Calabro Avv. Giuseppe Caracciolo una missiva con la quale lo portava a conoscenza che presso il banco di Napoli era stata messa a disposizione una somma di “… Lire centomila che vorrà ritenerla come primo versamento per la costruzione di un ospedale che dovrà sorgere in Corigliano …” Dalle cronache di quei tempi si apprende che l’ospedale fu ultimato e cominciò ad accogliere i primi pazienti già nel 1929 ossia 5 anni dopo il primo finanziamento. Altri tempi, altri uomini, altra tecnologia.
Tra il 2006 e il 2008 Ministro della Salute l’on. Livia Turco dispone e finanzia la costruzione di tre nuovi ospedali in Calabria di cui uno nel nostro territorio. Sono passati 22 anni da quel finanziamento e solo circa 14 anni fa fu posata la prima pietra. A quella prima pietra seguirono tante altre prime pietre tanto che se fossero state messe l’una sull’altra avremmo già avuto un ospedale con 370-380 posti letto già da tempo, queste famose pietre furono messe un po’ qua un po’ la a seconda del colore del politico che le piazzava ma sempre e rigorosamente in prossimità di campagne elettorali.
Siamo ai giorni nostri, da circa un anno, dopo l’ultima prima pietra messa dall’allora presidente della regione, certo Mario Oliverio, sono spuntate delle nuove e colorate gru che fino ad oggi hanno giocato coi venti, solo 10-15 giorni fa sono stati consegnati, per l’ennesima volta, i lavori con l’impegno da parte della ditta appaltatrice che la struttura sarà completata entro 3 anni a partire dalla data della consegna dei lavori. Qualcuno ci crede??? Siamo di nuovo in campagna elettorale a seguito della, purtroppo, prematura scomparsa della compianta Jole Santelli.
Siamo sempre ai giorni nostri e da marzo di questo anno (guarda caso marzo come nel 1924) siamo interessati da una funesta pandemia. Da quel marzo 1924 tante cose sono cambiate, l’ospedale di Corigliano che nel corso degli anni, grazie all’impegno e alla lungimiranza del dott. Mario De Santis, aveva ottenuto l’attivazione di una U.O.C. di Ortopedia e Traumatologia e di Otorinolaringoiatria va verso un ridimensionamento che può farne prevedere la dismissione, le citate U.O. sono state trasferite in quel di Rossano dove secondo un illuminato, ma senza lampadine, politico di destra tutte le eccellenze dovevano essere allocate in quel di Rossano.
Il risultato …
Tornando a marzo-aprile 2020, siamo ormai città unica Corigliano Rossano terza grande città della Calabria, come già detto interessati dalla pandemia il giovane, e di belle promesse, sig. Sindaco con tal Zuccatelli, commissario dell’ASP di Cosenza, e qualche dirigente dello spoke Corigliano Rossano hanno la brillante idea di attivare nel presidio di Rossano un dubbio centro COVID in contravvenendo alle e direttive regionali ma soprattutto nella mancanza dei requisiti di sicurezza previsti dalla normativa. Questo a marzo-aprile oggi si amplia l’insicuro centro COVID a scapito della Nefrologia, della oculistica e della Cardiologia.
In tutto questo operare, a mio modesto parere c’è tanta miopia, poiché nell’attivare prima e potenziare dopo il centro COVID, in modo promiscuo, non si è tenuto conto del rischio che si corre ma nel contempo vengono soppresse tre U.O. e limitate pesantemente le attività di Chirurgia, Ortopedia, Otorino ed Oncologia e nessuno ha pensato di rendere il tutto più efficiente operando alcuni trasferimenti. Visto che ormai si è deciso che il centro COVID si deve fare ebbene facciamo si che Rossano sia dotato di tutte quelle U.O. che sono funzionali al buon funzionamento del COVID ossia la Rianimazione e Terapia Intensiva la Pneumologia, la Infettivologia, la Medicina ed un Laboratorio Analisi ben attrezzato allo scopo e nel presidio di Corigliano allocare tutte quelle U.O. che nulla hanno a che fare col centro COVID ossia la Nefrologia e dialisi, la Cardiologia, l’Oculistica, la Chirurgia, l’Otorino, l’Ortopedia e l’Oncologia sapendo bene che i pazienti oncologici e dializzati sono anche immunodepressi. Così ridistribuendo, senza eccessive spese, le varie U.O., in attesa che questa pandemia passi e che l’Ospedale della Sibaritide, ci auguriamo, sia realizzato veramente, potremmo garantire ai cittadini della costa jonica cosentina e dell’entroterra un servizio sanitario con un minimo di adeguatezza ed efficienza.
Va sottolineato che tutto questo va realizzato col personale medico ed infermieristico idoneo poiché è impensabile di fare del nefrologo o del cardiologo un infettivologo o un rianimatore o un pneumologo; se alla base di tutto non ci sono le figure professionali idonee sia da un punto di vista professionale che numerico il tutto diventa una pandemia nella pandemia.
Dott. Rocco Chiaro