Ennesimo fatto di cronaca nel territorio di Corigliano. Ancora una volta, purtroppo, donne vittime della prepotenza e della tracotanza di sedicenti “padroni”. Donne che, tuttavia, trovano il coraggio di rivolgersi alla Compagnia dei Carabinieri di Corigliano Calabro, guidata dal Capitano Cesare Calascibetta, per denunciare violenze subite o tuttora in corso, il più delle volte da ex mariti o ex compagni che non si rassegnano alla conclusione di una storia d’amore.
Un amore malato, culminato in botte, angherie e soprusi, violenze fisiche ma anche psicologiche, che minano l’incolumità e la stessa salute mentale delle vittime, che tuttavia reagiscono con fermezza per tutelare se stesse e, in molti casi, anche i propri figli quando questi sono presenti.
L’aspetto confortante è proprio quest’ultimo: in una regione come la Calabria e in un territorio come il nostro, storicamente poco inclini alla denuncia, si registra da qualche tempo a questa parte un clima diverso, un’azione di riscatto e di rivalsa, che spinge tante donne a dire basta, a giusta ragione, all’inferno loro causato da uomini divenuti pericolosi aguzzini. Un dato che, pur facendo emergere la raccapricciante escalation del fenomeno nell’area urbana coriglianese, merita di essere evidenziato e premiato, perché vede protagoniste queste “donne-coraggio” simbolo di dignità e civiltà.
Il caso odierno rientra in tale tipologia. I Carabinieri della Compagnia di Corigliano hanno tratto in arresto, traducendolo presso la casa circondariale di Castrovillari, un uomo del posto, di 43 anni, che continuava a denigrare, minacciare e perseguitare l’ex compagna, incurante di un divieto di avvicinamento emesso già nel dicembre dello scorso anno. Un uomo avvezzo alle violenze e ad ubriacarsi con frequenza, tanto da spingere la donna, anche per tutelare il figlio di minore età, a prendere le distanze da simili condotte dell’uomo e da queste inaccettabili forme di sopraffazione, denunciando prontamente lo stesso ai militari dell’Arma ausonica, i quali, di concerto con l’Autorità giudiziaria, l’hanno ascoltata e tutelata.
Nei giorni scorsi, poi, l’ennesimo triste epilogo: l’uomo è tornato a molestare la donna, arrivando a colpire anche lei e il suo nuovo compagno, in quel di Corigliano Scalo, con calci e pugni; di qui la seconda denuncia e l’arresto alla luce dell’evidente pericolosità dell’uomo, che non solo aveva violato il divieto di avvicinamento ma si era dunque reso protagonista dell’ulteriore grave episodio.
V’è da sottolineare un altro importante aspetto. Se da un lato c’è chi denuncia è perché trova ascolto, attenzione e adeguata risposta dall’altra parte, ossia dalla Compagnia dei Carabinieri di Corigliano Calabro. Anche su questo campo il Capitano Cesare Calascibetta ha, con la consueta professionalità mai disgiunta da una non comune sensibilità, concentrato il massimo sforzo per addivenire a risultati positivi. La Caserma è vista non solo come il luogo istituzionalmente deputato ad ospitare chi cerca aiuto, ma anche come un punto di riferimento sociale, un porto sicuro dove militari dotati di alta competenza sono in grado di prestare attenzione e successivi interventi mirati per salvare, perché di questo si tratta, tante donne dai loro aguzzini.
Fabio Pistoia