Non scomodate il “FATO” per le sciagure della Calabria, la peggiore sciagura, la peggiore iattura per la Calabria siete voi! Andiamo con ordine ad analizzare i problemi: tutti sanno, a Roma, (compresi i nostri tre” valorosi” deputati e la senatrice Abate, oggi al governo) lo sanno i dirigenti delle ferrovie, lo sanno gli amministratori calabresi, lo sanno i sindacati
le ignobili condizioni di una linea ferroviaria, quella ionica, che seppure qualcosa rispetto a 30 anni fa (16 novembre 1989 disastro ferroviario di Crotone- 12 morti) sia migliorata a livello di sicurezza, non ha fatto alcun progresso per quanto riguarda i servizi per i viaggiatori e pendolari i quali continuano a subire disagi e ritardi quasi ogni giorno, senza contare che per prendere un treno bisogna andare alla stazione di Sibari. Eppure abbiamo una stazione ferroviaria attrezzata, ma chiusa, abbandonata e continuamente presa di mira dai vandali. Come mai i problemi della realtà calabrese e delle realtà periferiche non hanno mai trovato e non riescono a trovare posto nelle menti eccellenti dei politici calabresi, sia vecchi che nuovi eletti al parlamento nazionale e regionale ? Altrettanto grave è il silenzio, che viene posto in essere dai settori del mondo politico amministrativo e sindacale calabrese, verso le scandalose disattenzioni romane. Abituate a sciorinare polemiche anche sul nulla con l’unico, trasparente obbiettivo di raccattare qualche pezzo di potere, le forze politiche locali hanno completamente ignorato l’indecente situazione dei trasporti ferroviari e non solo. Assistiamo ad un potere centrale che governa le regioni lontane, quelle del Sud (Calabria inclusa) coprendole di promesse e di interventi assistenziali ma perpetuando un’evidente stato di arretratezza. Corigliano ha una stazione ferroviaria chiusa, il territorio, invaso da strutture e servizi in ogni campo antidiluviani. Al nord vengono poste tutte le attenzioni di questo mondo, mentre la Calabria offre servizi da terzo mondo, ricevendo solo gli scarti dal ricco ed opulento nord. La mia, non è polemica antinordista, è semplicemente una constatazione dei fatti. In Calabria, ancora oggi, viaggiare in treno, ma anche in auto lungo la dissestatissima S. S. 106 o lungo una qualsiasi altra rete stradale, anche locale, rappresenta un rischio, al quale oramai ci siamo assuefatti. Altri morti e disservizi silenziosi, nel vortice di disservizi e di caos che caratterizzano il panorama del settore sanitario ed ospedaliero. Decine di ospedali (tra cui l’ospedale di Corigliano, quasi defunto e privato di reparti e servizi) nelle quattro province e quasi tutti con una organizzazione (specialmente in periodo di Covid 19) approssimativa, con servizi scadenti, con sistemi di intervento antidiluviani. Il diritto alla salute da noi è una utopia, con un ospedale unico che da oltre 10 anni, e milioni di euro buttati al vento e dati agli amici, ancora aspetta di vedere iniziare i lavori. Nella nostra realtà: Corigliano- Rossano, è più facile, purtroppo il rischio della morte. Chi se lo può permettere, per non morire di malattia o mala sanità, emigra verso gli ospedali del nord, più attrezzati da qualsiasi punto di vista al contrario delle nostre strutture sanitarie pubbliche dove la fanno da padrone (COTTICELLI A PARTE) le sciagurate leggi clientelari della politica deviata (vedi gestione ASP/ CS). Le tragedie, le inadempienze del nostro territorio, si collocano nel contesto della realtà regionale segnato da mille imprevidenze, da clientelismo e malaffare politico. La Calabria e il territorio di Corigliano – Rossano sono lungi dalla modernità, perché questo rimane un traguardo lontano, al quale non ci si avvicinerà se i politici ( inclusi i nostri quattro moschettieri al governo) non prenderanno consapevolezza della necessità di un approccio finalmente più concreto con i problemi che ci stanno davanti e di una rinuncia alla demagogia parolaia ed ai piagnistei inconcludenti che non costituiscono certo le premesse per una vertenza serrata col governo centrale di cui i quattro fanno parte sulle cose da fare, presto e bene nel nostro, nel loro territorio, territorio tra l’ altro che li ha eletti. Abbiamo un porto a due passi che se attrezzato a porto commerciale può cambiare dal punto di vista occupazionale ed economica la vita a migliaia di nostri concittadini, per non parlare dei benefici, dei vantaggi che ne trarrebbe l’economia del nostro territorio. Eppure nessuno ne parla, un silenzio assordante. Questa lettera, con i suoi punti interrogativi, le sue proposte, non può e non deve rimanere senza risposta. Se si vuole dare speranza, fiducia al territorio Rossano- Corigliano, alla sua economia, ai cittadini, è il momento che anche i prossimi candidati alle imminenti elezioni regionali, si diano da fare, facciano sul serio, non siano banditori di demagogia, di promesse che poi puntualmente, non verranno mantenute. Si impegnino da adesso, a fare politica seria, costruttiva, pensino piuttosto al benessere comune, non perdano il loro tempo a decretare leggi che aumentano i loro privilegi, come: vitalizi e stipendi come già qualcuno ha fatto.
Corigliano-Rossano 30.10.2020
Il Movimento Centro Storico
Luzzi Giorgio