Uno degli Illuminati di questa Città, il compianto Giovanni Sapia, (abitava a due passi da te, ingegnere…) avrebbe spiegato per ore, con la forza evocativa propria delle sue parole, il valore profondo nella tragedia ( letterale e nel quotidiano) di ambientazione magnorogreca della “prefica”.
Protagoniste, come gli altri, del rito funebre, intimamente connesse alla necessità di “saper piangere il morto” al fine di accompagnarlo con ogni onore all’aldilà. Questa è anche la nostra, di storia. Fino a qualche decennio fa, una delle peggiori ignominie a Corigliano come a Rossano, a carico della famiglia del defunto era:” ‘unn han saput ciangir”: non l’hanno amato da morto, figuriamoci da vivo.
Pierpaolo Pasolini, uno che non si accompagnava a latifondisti e proprietari terrieri, non ne ebbe spregio nel documentario “ Stendalì”, di Cecilia Mangini, di cui scrisse il soggetto nel 1960.
Quindi, evidentemente, hai usato un termine dal significato perlopiù sconosciuto a te o a chi eventualmente te lo ha suggerito.
Lo stesso Sapia, da brillante preside del glorioso Liceo Ginnasio Garopoli, fece apporre un lastra – che è ancora presente e che in tanti dovrebbero leggere con attenzione- in cui si augurava che quel luogo fosse sempre , riferendosi ai giovani, “Palestra di Liberi,”. Mica un’area attrezzata a pic-nic…
Nella tua ennesima, mediocre crisi di nervi, a proposito del video sul gozzoviglio al Comune, che definisci “ prassi decennale” ( quindi non è cambiato nulla?) scrivi anche“che personalmente non condivido”. Tu sei il sindaco: se non condividevi, dovevi essere coerente e consequenziale : facevi smettere subito!
Vedi, ingegnere Stasi, neppure io credo che quel banchetto sia il peggior problema della nostra Città. Ma ci sono dei luoghi SACRI, in cui non si può scherzare, e nemmeno mangiare! Cosa penserebbe un cittadino, in tribunale, in attesa della sentenza, se vedesse un tavola imbandita con cancellieri e pubblici ministeri a passarsi piatti di parmigiana? E se in sala operatoria un paziente grave sbirciasse l’equipe chirurgica litigarsi un piatto di pasta al forno della caposala? O un sindaco in sala d’attesa, sentisse, dietro la porta il presidente della regione mangiare polpette ( magari dopo aver ballato una tarantella)?
La mezza indignazione porta i cittadini ( ai quali si è raccomandato solennemente di non entrare in bermuda nella casa comunale), ad avere meno rispetto per il Municipio; altri a scrivere di maialate – si colga e apprezzi l’ironia -o qualche buontempone a prenotare l’Ufficio Protocollo per il battesimo del nipote.
E come al solito, visto che raramente rispondi in prima persona, nel tuo magnifico scritto, sposti l’attenzione sul segretario Lo Moro. Che non c’entra nulla.
Il responsabile, eticamente sei tu. Anche se non mangiavi.
Così come nessuno mette – o ha mai messo- in discussione le sue qualità morali (indubbie) o professionali ( altrettanto indubbie).
Casomai, al segretario generale abbiamo contestato nei mesi i cumuli di carica e di aver occupato il ruolo lasciato libero, da quella giunta di politicamente inesperti e incocludenti della quale, Stasi, hai graziosamente “dotato” la Città
Ma a questa logica politica furbacchiona, quella di spostare sugli altri l’attenzione, ci hai da tempo abituati: è stato così con Levato; è stato così con Amica e ora è così con lo Moro.
I cambiamenti epocali di cui scrivi, poi, li vedi solo tu.
Noi, stiamo già piangendo per tutte le occasioni di sviluppo e opportunità perse da Corigliano-Rossano.
Piangono i Cittadini .
Davvero.
E senza bisogno di prefiche.