Altro che terza città della Calabria! Piuttosto, prima periferia dell’intera regione. L’area urbana di Corigliano è infatti senza bagni pubblici, e l’unico ancora aperto, in zona San Francesco, versa nel più totale degrado.
Come se non bastasse la situazione che si registra nel rione Sant’Antonio, all’ingresso del borgo ausonico – dove i cittadini (soprattutto i più anziani) chiedono da mesi e mesi all’Amministrazione comunale la riapertura dei bagni pubblici, i cui locali sono situati alle spalle della “storica” Villa Margherita – continua a registrarsi, nella totale indifferenza delle competenti autorità istituzionali, lo stato di degrado, incuria ed abbandono degli unici bagni pubblici aperti, posti alle spalle del Santuario di San Francesco di Paola.
Gente che urina per strada, mascherine che non servono solo per prevenire il Covid ma anche per evitare di contrarre infezioni di carattere igienico-sanitario, i pochi esercenti commerciali che cercano di essere il più possibile disponibili per far fronte alle richieste di quanti, del luogo e non, avvertono in alcuni momenti l’impellenza di recarsi presso i bagni delle rispettive attività a causa dell’impossibilità di usufruire di quelli di pertinenza comunale. E come si potrebbe, del resto, recarsi in questo vero e proprio concentrato di sporcizia e ricettacolo di rifiuti all’aperto, adiacente tra l’altro al campetto da gioco adoperato da bambini e ragazzi?
Il problema, è vero, non è di oggi, ma è possibile che, a distanza di un anno e mezzo dal suo insediamento, l’attuale Amministrazione comunale, a ciò deputata, non riesca a garantire un minimo di decoro, pulizia e manutenzione di questi luoghi di vitale importanza? Sindaco, assessori, consiglieri comunali, dove siete? E dire che qualche assessore risiede proprio nel centro storico!
Sarebbe il caso d’intervenire, tra un convegno e qualche dichiarazione, su questa ed altre questioni che stanno a cuore ai cittadini e dalle quali dipende il rispetto delle più elementari condizioni di vivibilità.
Fabio Pistoia