Non passa giorno, settimana, mese che non s’apprenda, direttamente o indirettamente, di qualche concittadino che ha deciso, per scelta volontaria o dettata dagli eventi, di andare via dalla terra natia. Un distacco doloroso da affetti e ricordi, quasi sempre per ragioni di lavoro e necessità.
Assai di rado, invece, si registrano notizie nel senso opposto, ossia di storie di “emigrazioni di ritorno”: giovani che lasciano le grandi città, italiane e non, dove si sono ormai stabilizzati, per intraprendere nuove avventure aventi come destinazione il luogo che li ha visti nascere e crescere. È il caso di un ragazzo nato a Corigliano Calabro e che a soli 19 anni, nonostante la posizione lavorativa già conseguita nella Città Eterna, ha fatto i bagagli un anno or sono per rientrare, appunto, in terra ausonica. Il suo nome è Cristian Ponte, un giovane che spicca per i modi garbati, l’impegno profuso e la forza di volontà.
“A spingermi in questa scelta, certamente non facile, è stato il grande amore che nutro per la mia città. A Roma mi ero integrato perfettamente – spiega Cristian – ed ero riuscito a ritagliarmi una posizione lavorativa di tutto rispetto, anche grazie alla presenza di alcuni miei familiari già da anni in loco con rispettive attività, ma sentivo sempre dentro di me un vuoto, un richiamo più forte di tutto il resto: era il mio paese che mi chiamava, i luoghi della mia infanzia, la mia gente. Avvertivo il peso della lontananza e, soprattutto, il desiderio di ritornare a Corigliano per fare qualcosa per la mia città, perché ritengo che sia giusto investire tempo, soldi ed energie nel posto nel quale siamo nati e cresciuti. E così ho fatto, avviando un’attività nel settore dell’abbigliamento (in via Nazionale, allo Scalo cittadino), pur tra non pochi sacrifici e difficoltà, anche a causa della mia giovane età. Ma, come si suol dire, solo chi non si mette in gioco non sbaglia. Oggi sono soddisfatto della mia scelta compiuta ormai un anno addietro, ossia rientrare a Corigliano, e a quanti tuttora mi chiedono il perché di questa insolita decisione, rispondo che l’amore per le proprie origini non conosce ostacoli e confini e viene prima d’ogni altra cosa. Mi piacerebbe tanto che anche altri miei coetanei la pensassero allo stesso modo, impegnandosi per costruire spazi propri nella città d’appartenenza per cercare di contribuire a portare il giusto sviluppo”.
Giovanissimo per l’anagrafe, dunque, ma già molto “maturo” per intelletto e coraggio il “nostro” Cristian Ponte, al quale auguriamo un roseo avvenire auspicando che la sua storia sia di stimolo ed esempio per quanti ne condividono le istanze.
Fabio Pistoia