Costretto, il 15 agosto, a fare rientro da Piana Caruso – ove, di solito, trascorro il Ferragosto e qualche giorno di riposo insieme alla mia famiglia– per la carenza (rectius, assoluta mancanza…) d’acqua, sono rimasto basìto, mortificato, amareggiato, per come il triste evento si sia evoluto e sia stato gestito. E sì! Perché il tutto ha dell’inspiegabile e dell’inspiegato, se non dell’inverosimile.
Il 14 agosto, di buon mattino, apro il rubinetto e … manco un filo d’acqua. E’ la vigilia di Ferragosto e, quindi, vado alla ricerca del perché tutto ciò. Piana Caruso, contrariamente agli altri anni, è piena di gente, residente e turista, e, perciò, il fatto mi angustia non solo sul piano personale. Sento, infatti, tra i boschi, il vocìo di persone che, giustamente, lamenta il fatto che non sgorghi acqua dai rubinetti. Mi permetto, perciò, di “disturbare” il sig. Sindaco che, per la verità, se non risponde alla mia chiamata, mi richiama e mi dice che “… già lo sa e che il fontaniere è già in giro alla ricerca del problema …”. Lo ringrazio ma, per esperienza diretta, non mi cullo, prevedendo già cosa sarebbe accaduto. Chiamo, allora, l’ingegnere Amica, oggi mi pare Dirigente, per chiedere lumi e dettagli. Dopo una serie di vane telefonate, mi risponde dicendomi, anche lui, che “… è a conoscenza del problema, che si è alla ricerca del perché e della causa, che, sicuramente, è una faccenda che riguarda la Sorical, già prontamente allertata…”. Chiedo, allora, nelle more, che si predisponga un servizio sostitutivo di autobotti ma il Dirigente mi risponde che “…. non possiamo mandare l’autobotte in montagna perché non ce la fa e scoppia … E poi … non possiamo mandare l’autobotte a tutta la montagna …!!!”. Avendo ospiti, provvedo direttamente e personalmente, a … riempire bidoni ai canali e a farmi portare una cisterna dal paese da un amico. Sopperisco, così, al personale problema ma, non mi appago. E arriviamo a Ferragosto, a giorno 15. Vado a prendere l’acqua ai canali e noto tante persone che, bestemmiando, inveiendo, lamentandosi, denunciava la cosa. E nel mentre dialogavo con un amico venuto da Roma in montagna, vedo sopraggiungere un’autobotte comunale con la scritta Servizio Idrico, scortata da una pattuglia di vigili i quali, scesi dall’auto, chiedevano agli astanti chi avesse bisogno di acqua. Come, mi chiesi, ieri mi è stato detto che non era possibile e ora…! Non cedo a polemiche e chiedo rifornimento. Giustamente i Vigili mi rispondono che devono andare prima in una determinata proprietà e poi sarebbero venuti da me e dagli altri. Annuisco ma poi, tramite Facebook, vengo a conoscenza del resto.
Stessa cosa si verifica domenica 16. Gli amici con i quali discutevo (anch’essi senz’acqua), pensano di chiamare il Vice Sindaco il quale, nel rispondere dice di fare in fretta perché aveva tante cose da fare e si limita, anche con tono alterato e infastidito, a dire che fra mezz’ora l’autobotte sarebbe stata lì. Effettivamente, l’Autobotte sale ma, questa volta, con un elenco di cittadini. Ergo! L’acqua andrà solo a questi o a quelli che hanno fatto domanda. Ma a chi bisognava fare domanda? A chi bisognava rivolgersi? Era tutta Piana Caruso senz’acqua! Compreso il problema, decido di far rientro a Corigliano.
Orbene! Lungi da me dal voler puntare il dito, processare, ricercare colpevoli, strumentalizzare. So, perfettamente, il travaglio e l’ambascia di chi amministra la res publica, così come sono consapevole che tali fatti, incresciosi e deleteri, puntualmente, si verificano nei “giorni forti”. Ma dico, illustre Sindaco e signori Assessori, signori consiglieri della mia area urbana, possibile che non sia stato possibile informare la cittadinanza sul perché di tutto ciò che è accaduto? Cosa costava fare un comunicato stampa? Cosa costava a qualcuno di voi salire in montagna e dialogare con la cittadinanza lì in villeggiatura?
Giuro su ciò che ho di più caro che non avrei voluto mai intervenire ma non è tanto per il problema, seppur grave e affliggente, bensì per la mancata presenza di chi, eletto da quel popolo, non si è degnato di venire, di confortare, di tranquillizzare, di dire il perché di tutto ciò, se ho deciso di pubblicamente esternare il rammarico che non è solo mio ma di decine e decine di famiglie che il Ferragosto l’han dovuto trascorrere tra casa e fontane pubbliche.
Non sto qui a fare il censore o il mentore, conscio di aver svolto il mio incarico nell’indegnità più alta e tra i più grandi limiti della mia persona ma … col telefono acceso e sempre presente, in ogni occasione!
Signor Sindaco, signori della Giunta, signori consiglieri di maggioranza, chiedo a tutti voi, da umile cittadino: perché manca l’acqua a Piana Caruso? C’è qualche rottura alla rete? C’è qualche dispersione, qualche trafugamento, qualche tilt ha assalito l’impianto? O è dovuto, come qualcuno intraneo al Comune dice, perché si è morosi con la Sorical?
Qualunque sia la risposta questa va comunicata al popolo, all’utenza, quel popolo e quell’utenza che, convocata ai comizi, abbiamo sempre riempito di promesse e critiche indirizzate ai predecessori. Io, e parlo per me, dovevo sapere se l’acqua sarebbe venuta o meno, se il problema si risolveva o meno. Non meritavo di sentirmi rispondere da chi sa e conosce “… questo non te lo posso dire …”.
Attendo risposta, legittima e dovuta, ed auspico che i tanti difensori di ufficio non se ne escano con le solite manfrine del tipo: “… ma tu che hai fatto, tu cosa hai risolto, tu dov’eri …”.Il mio operato, come quello di ognuno e di ciascuno, è rimesso al vaglio della Storia che giudica e giudicherà senza alcuna pietà.
E se mi si risponderà, nuovamente, con le stesse petulanti risposte-che tali non sono e saranno-caro Sindaco, la storia è sempre la stessa e non tutta un’altra…!!!
Franco Oranges