Magna Graecia – Si ripropongono opere faranoiche come il Ponte sullo Stretto mentre l’area jonica continua a essere boicottata dai soliti antiquati poteri centralisti. Così perpetuando, i cittadini residenti nel territorio magnograeco, continuano ad essere trattati a pesci in faccia dall’intera partitocrazia regionale,
nonostante il prelievo fiscale esercitato sulla comunità Jonica, in una ingiusta e sproporzionata relazione, non suffragato minimamente da uno straccio di rapporto costo/benefici.
Di giorno in giorno aumentano i segnali di intolleranza democratica nei confronti di chi non perde occasione ad avventurarsi in politiche ottuse e miopi, sprovviste di consapevolezze. In queste ore, stiamo assistendo ad una bagarre tra il Primo Ministro e la Presidente Santelli alla quale fanno eco anche Leader nazionali di partito, circa la proposta di un tunnel sottomarino al posto del Ponte sullo Stretto. Il tutto in barba ai bisogni dei residenti nell’Arco Jonico, che ricevono briciole di sensibilità con contentini da poveracci, rappresentati da rotonde sparse lungo la statale 106 ed il ricambio di qualche guardrail. Per la Sibari-Crotone, ad oggi, non ci sono fondi, né per l’adeguamento all’alta velocità ferroviaria, tanto meno si lavora per un vero rilancio dello scalo aereo di Crotone. La politica centralista però , approfittando dei prossimi investimenti derivanti dai Recovery Fund, rilancia il Ponte sullo Stretto, ritenuto più importante rispetto alle esigenze di una fascia di territorio tenuta in condizioni da terzo Mondo: stazioni ferroviarie chiuse, tratta a binario unico e non elettrificato, convogli obsoleti; una statale 106 a carreggiata unica a doppio senso con svincoli e accessi abusivi. Nessun accenno alle vie del mare! Questo è il contesto in cui vengono lasciati i cittadini della Magna Graecia, gli stessi che aiutano a infoltire le casse regionali e gli stipendi dei Parlamentari.
Non siamo assolutamente contro al collegamento dello stretto, ma lo stesso dovrebbe avvenire a coronamento di politiche infrastrutturali che riequilibrino il dato regionale, considerate le vergogne di Stato chiamate: Statale 106 – tratta ferrata – via del mare – scalo aereo di CROTONE.
Ad oggi solo la cantierizzazione di 38km relativi al terzo megalotto, ed allo stato, funzionali solo agli interessi centralisti di convergere i flussi adriatici lungo la direttrice tirrenica, utilizzando quindi l’alto Jonio Federiciano quale collettore tra la A2 e la A14.
Non ci sembra spiegabile come la statale 106 sia l’unica realizzata a macchia di leopardo, considerate le varianti in prossimità del capoluogo di Regione e nella Locride, ed estromettendo il tratto a più alta incidentalità, con flussi anche maggiori rispetto all’A2 e che rappresenterebbe la vera spina dorsale del sistema dei trasporti afferente la città Pitagorica e quella Auso-bizantina: l’asse Sibari-Crotone. Una disparità di trattamento che si tocca con mano, che grida giustizia, e calpesta la dignità di un popolo. Stupisce la mancata indignazione di chi rappresenta questa fascia di territorio, allineata e coperta a quella partitocrazia che ritiene NON PRIORITARIA LA VERTENZA “JONIO”. Non è più né tempo di inviti-appelli né auspici, ma di agire partendo dal basso. Ai cittadini il compito di reagire, in primis ai crotonesi, che rimangono distanti oltre 100km in linea d’area dai punti d’intermodalità e ciò ha comportato e comporta lo stato di totale isolamento dell’area crotoniate dai flussi di traffico. Poi alla classe dirigente jonica che ha l’obbligo morale di interrogarsi circa le condizioni di sotto sviluppo in cui quest’area è tenuta e il perversare di quest’atteggiamento ostativo e preclusivo di chi è pagato con i soldi di noi tutti.
Il Comitato Magna Graecia sta lavorando nella direzione di un maggiore radicamento nel territorio. Nei prossimi giorni i fondatori terranno una conferenza stampa nella quale verranno espresse le linee guida per l’arco Jonico Silano, partendo dalla città di Crotone, prossima all’appuntamento amministrativo (Comunicato stampa).