Era il lontano 1825 quando, subito dopo la sua proclamazione, Nicola I represse la rivolta decabrista. Tale evento fu uno tra i motivi che lo spinse a costituire un solido ed efficiente apparato burocratico con un’efficiente rete di spie e di informatori, che diede vita a l’«epoca del terrore della censura», che ricordiamo a qualcuno, si è conclusa anni or sono. Dopo questo doveroso preambolo, ci duole dover registrare, per l’ennesima volta ormai, che nella giornata di ieri, un su noto social network, si è puntualmente ripetuto “l’attacco-censura”
con chiaro intento “intimidatorio ” di un ormai “noto” dipendente comunale che, come un buon cane da guardia, non perde occasione per “abbaiare” a qualsivoglia critica mossa da chicchessia verso l’amministrazione della terza città della Calabria.
Il “mal costume” ormai costante e reiterato, trova la sua gravità più assoluta quando un dipendente dell’ufficio ambiente, a dire il vero “molto autonomo”, con incarico da fotoreporter a tutte, ma proprio tutte le ore, si permette il lusso di “accusare” pubblicamente un Consigliere Comunale di diffondere _“ _le solite notizie propagandistiche, con contorno di bugie, inasattezze e diffamatorie_”, arrogandosi il diritto di rispondere in qualità di “responsabile del procedimento”, magari senza autorizzazione alcuna, e firmando un mero commento su un social network come se si trattasse di una nota ufficiale. Beh, appare singolare che tali “richiami” arrivino da chi posta foto inneggiando ad una chiara apologia “da regime” ove, ad onorar di cronaca, va ricordato che lo stesso si accompagnava con un consigliere di maggioranza, emblema di coerenza che in soli 4 anni è passata dai “fratelli nazionali” al pugno sinistro.
Il fatto, già estremamente grave, lo diventa ancor di più se si considera il “silenzio assordante” del sindaco di Corigliano-Rossano, il quale, appare passivo, inerme, con un atteggiamento che quasi legittima un “soggetto” che palesa la sua “simpatia” politica come un ultras sfegatato, incurante del suo ruolo e soprattutto dei doveri a questo riconducibili.
Appare opportuno, dunque, precisare che come libero cittadino anche il dipendente comunale può sicuramente esprimere le proprie opinioni sulla classe politica locale e non, ma va anche ricordato, altrettanto certamente, che a nessun dipendente comunale può essere consentito di censurare o condizionare l’attività politico-amministrativa di un consigliere comunale, promuovere le attività dell’ amministrazione, a mo doli pubblicità di regime, o, peggio ancora, attaccare chiunque si permetta di segnalare una anomalia o promuove una critica.
Non osiamo pensare, infatti, cosa accadrebbe se quanto avvenuto divenisse modus comportamentale di tutti i dipendenti comunali i quali si sentissero liberi di offendere impunemente chiunque osi segnalare “la qualsiasi “ cosa.
Per tali ragioni, dunque, chiederemo ufficialmente nei prossimi giorni, l’avvio di un inevitabile quanto essenziale procedimento disciplinare nei confronti del dipendente comunale dalla “nuova vita”, anche in virtù del fatto che lo stesso, negli ultimi mesi, non perde occasione per reiterare nel suo comportamento poco etico e, soprattutto, poco rispettoso dei ruoli e delle istituzioni.