Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, chiede che si prendano in considerazione le richieste della famiglia di Antonio Ciacciofera, che dall’ormai lontano 1994 attende di conoscere la verità sulla terribile fine del giovane banchiere. Antonio Ciacciofera era un impiegato della Banca Commerciale Italiana nella sede di Corigliano Calabro. Il 24enne perse la vita nel maggio del 1994 in condizioni che restano tutt’ora un mistero, come si legge sul settimanale Giallo.
Partì il 6 maggio alla volta di Cuba assieme ad una sua amica che gli aveva chiesto di accompagnarla, ma i suoi familiari non ebbero da allora più notizie di lui.
Il 19 maggio le autorità cubane contattarono la famiglia Ciacciofera comunicando il decesso del giovane: Antonio avrebbe avuto un incidente d’auto. La famiglia non ebbe dubbi sulla morte di Antonio finché non vide il suo corpo all’arrivo in Italia in una bara di cartone. Quando la bara cadde si rivelò l’orrenda verità: Antonio aveva terribili ferite e gli erano stati asportati tutti gli organi interni.
Da 26 anni – come riporta la testata LettoQuotidiano che annuncia la probabile riapertura del caso – la famiglia Ciacciofera attende di sapere cosa sia successo davvero ad Antonio. “Vittima del traffico di organi? Nessuno ha mai indagato”, ha dichiarato Michele Ciacciofera, il fratello di Antonio che oggi è artista a Parigi. Secondo Michele il consulente della famiglia aveva evidenziato come cuore, cervello, fegato e reni fossero stati asportati. Il corpo di Antonio presentava inoltre molte fratture come se fosse stato torturato. Varie anomalie nella versione ufficiale fecero sempre sorgere dubbi nella famiglia.
Adesso la clamorosa svolta: il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha deciso di prendere posizione sulla vicenda: ha annunciato l’intenzione di chiedere la riapertura del caso per dare alla famiglia Ciacciofera la verità che attende da tanto tempo.
Fabio Pistoia