Con l’avvento del mese di luglio, tornano a riproporsi problemi vecchi e nuovi che da anni caratterizzano, purtroppo negativamente, il territorio dell’area urbana coriglianese. Problemi, pertanto, non ascrivibili a chi ricopre da un anno a questa parte ruoli amministrativi ma che, tuttavia, in un anno (due mesi d’emergenza Covid-19 a parte) qualcosa avrebbe potuto senz’altro migliorare.
Nello specifico si tratta, difatti, di piccoli interventi, ma di straordinaria importanza per chi può e deve usufruirne per recarsi in spiaggia e al mare: i nostri concittadini e villeggianti diversamente abili. Persone, giovani e meno giovani, che hanno il sacrosanto diritto di poter trascorrere delle giornate all’aria aperta, in serenità e completo relax, all’insegna delle più elementari condizioni di vivibilità anche qui, in questo lembo di Calabria, dove i diritti spesso, tuttavia, “cozzano” con la scarsa sensibilità istituzionale.
E così, nel giorno della presentazione del cartellone estivo varato dall’Amministrazione comunale, costato alla cittadinanza 120 mila euro e finanche contestato dalla Rete Turistica di Corigliano Rossano costituita da operatori culturali che hanno fatto la storia dell’associazionismo e della musica in città, si registra l’ennesima triste constatazione. Sulle nostre spiagge, eccezion fatta per qualche autentica “opera d’arte” come questa immortalata in foto da un cittadino, nonché per il prezioso intervento di singoli titolari di lidi e/o stabilimenti balneari, per un cittadino o turista diversamente abile è difficile se non impossibile raggiungere la spiaggia. Una problematica, questa, oggetto da un anno a questa parte di accorati appelli, anche attraverso lo scrivente, all’indirizzo dell’Amministrazione comunale da parte di numerose famiglie coriglianesi, genitori costretti a recarsi in altri comuni del comprensorio (vedi Alto Jonio), attrezzati come si confà per soddisfare tali legittime esigenze.
Ben vengano, allora, le donazioni di utili mezzi da parte di lodevoli associazioni operanti sul territorio, la già richiamata sensibilità di alcuni operatori turistici, ma ci chiediamo perché ancora oggi le nostre spiagge, almeno per quanto riguarda Schiavonea, soprattutto nei suoi tratti “liberi”, non siano dotate di simili strumenti d’importanza fondamentale. E’ un fatto di civiltà, di rispetto, di normalità. Sono queste le passerelle che servono; di altre la cittadinanza – tra mille emergenze ambientali e stradali – può volentieri farne a meno.
Fabio Pistoia