Stessa spiaggia, stesso mare. E più di qualcuno al celebre ritornello aggiungerebbe pure: stesse fogne e stesse buche, stessi problemi di sempre, stesso legittimo malcontento popolare. Sembra essere ormai un destino amaro e crudele quello che affligge i cittadini di Corigliano Rossano: non si può vivere una stagione estiva, per residenti e turisti, degna di questo nome, all’insegna delle più elementari condizioni di vivibilità.
L’ultima decade del mese di giugno e l’odierno avvento di quello di luglio pone, infatti, timori più che fondati su quello che è lo scenario dell’Estate 2020 che si profila all’orizzonte. L’area urbana coriglianese, in particolare ma non solo, è quella che assai soffre, con la località di Schiavonea che proprio oggi registra l’ennesimo disservizio in materia di fogne a cielo aperto. Le cause, com’è noto, sono da ricercare in problemi strutturali e non certamente ascrivibili all’oggi; tuttavia, da un anno a questa parte s’attendono segnali di cambiamento che, a dire il vero, in tanti ormai non riescono a scorgere, probabilmente a causa di una pessima organizzazione amministrativa. C’è chi fa tutto e c’è chi fa niente.
È mai possibile, ad esempio, che si continuino a registrare con cadenza quotidiana segnalazioni al giornalista, dopo il silenzio proveniente il più delle volte dagli uffici comunali, di tombini che “saltano”, liquami che scorrono e via discorrendo di questo passo, per poi intervenire tempestivamente dopo articoli e servizi tv? Certamente si è per lo spirito collaborativo tra le parti e non può che apprezzarsi l’intervento dello stesso sindaco, del vice-sindaco, di qualche assessore e consigliere comunale una volta apprese le singole situazioni, dai media o su sollecitazione dei cittadini, per arginare il problema di turno. Ma è forse questo il modo di procedere, fornendo la generale sensazione di una macchina comunale che naviga a vista, con buona pace delle motivazioni del personale carente e dell’immobilismo causato dall’emergenza pandemica? Disagi e malessere ci accompagnano, infatti, anche nei mesi precedenti agli ultimi due mesi di “fermo” causato dal Covid-19.
E poi, considerazione personale ma non esclusivamente personale, ci si chiede: è mai possibile, anche alla luce della parabola degli assessori “sconosciuti” alla maggior parte della popolazione, che una città di circa 80mila abitanti, addirittura la terza città della Calabria come a giusta ragione si evidenza, sia priva di un assessore con delega alla Manutenzione, chiamato appunto a coordinare direttamente e accuratamente il corretto funzionamento dei preposti uffici in materia di disservizi legati a strade e rete fognaria?
Sono decine, infatti, le deleghe che il sindaco Flavio Stasi – e questo rientra tra le sue prerogative – ha deciso di avocare per sé da un anno a questa parte: Difesa dell’ambiente e tutela degli animali, Sanità, Reti di servizi primari e manutenzione del territorio, Economia Circolare, Efficentamento e gestione della macchina comunale, Affari Generali, Legalità, Polizia Municipale, Sicurezza, Politiche energetiche, Infrastrutture e Trasporti. Nulla da eccepire dal punto di vista formale, ma da quello politico si pongono considerazioni sempre più diffuse a fronte di un primo cittadino che vorrebbe far tutto (dalle fogne che “scoppiano” all’erbaccia da tagliare qua e là alla carenza idrica alle grandi questioni sanitarie e infrastrutturali) e, viceversa, di assessori silenti e impotenti, oltre che di consiglieri comunali che non hanno voce in capitolo.
Oggi è primo luglio ed è davvero un biglietto da visita nefasto per la nostra comunità assistere inermi a scene, nonché a cattivi odori, che fanno di Corigliano Rossano una “grande periferia”, altro che terza città della Calabria! S’attendeva il ritorno alla “normalità”, laddove la garanzia dei servizi al cittadino e il buon funzionamento dei pubblici uffici costituisse appunto un aspetto “normale”, invece non ci si è discostati affatto da una visione amministrativa miope e “alla giornata”. Un’occasione perduta.
Fabio Pistoia