27 giugno, tre anni senza Giorgio Aversente. Il suo impegno politico e culturale sarà sempre la nostra stella polare Si corrucciava in viso quando apprendeva di un dolore, un dispiacere, una nefasta notizia; subito dopo, tuttavia, cercava di rincuorare il suo interlocutore di turno con una pacca sulle spalle, il consueto ribadire la disponibilità per qualsiasi cosa e l’affettuoso saluto. Senza dimenticare, poi, la proverbiale stretta di mano.
Perché lui era, nell’immaginario collettivo, l’uomo delle strette di mano, che non negava giammai a nessuno ma, addirittura, quasi esigeva da chiunque, dall’operaio al professionista, dal bracciante agricolo al notaio, dal rappresentante istituzionale alla signora che incrociava per strada, con l’immancabile invito a consumare un caffè. E oggi tutti noi, e chi scrive in primis, non possiamo che tratteggiarne così la figura nel giorno del terzo anniversario dalla sua fulminea scomparsa: non col rammarico e il piagnisteo, perché lui non lo avrebbe mai accettato, ma con il sincero sorriso e l’invito a reagire, pur nelle avversità e tra le comprensibili difficoltà. Era il 27 giugno del 2014 quando Giorgio Aversente, Commendatore della Repubblica e imprenditore illuminato formatosi dal nulla, pioniere dell’editoria locale e spirito libero e indipendente della vita politica cittadina e non solo, poliedrico uomo dalle molteplici attività e dall’amore innato per la famiglia, improvvisamente lasciava questa terra. Ebbro di vita e certamente soddisfatto e orgoglioso, da Lassù, nell’ammirare l’impegno e la perseveranza dei suoi figli – appassionati e competenti come pochi, in prima linea nel campo dell’imprenditoria e con un’attenzione sempre rivolta alla sfera sociale – oggi è ancor più felice: due dei suoi “gioielli” protagonisti, nelle ultime ore, di importanti programmi di Rai1, a mo’ di figure di riferimento per l’intera comunità per la tenacia nel lavoro e sulla scia proprio del cammino paterno! È inutile negarlo: a tutti manca la voce e il volto dell’indomito “guerriero” Giorgio Aversente, sopratutto nei tempi grigi nei quali viviamo, a tutti i livelli, caratterizzati dall’insipienza della politica locale e nazionale. Ancora oggi, nel 2020, continuiamo a parlare di buche e fogne, chiedendo risposte a quanti assurgono a cariche pubbliche promettendo mirabili cambiamenti per poi chiudersi a riccio una volta entrati nei “palazzi del potere”. L’esigenza di rinnovamento, di “un volto nuovo per la città”, della difesa accorata delle proprie origini e tradizioni nonché del riscatto di un popolo vittima di amministratori il più delle volte assenti e disattenti anche alle necessità della quotidianità: nulla è cambiato, anzi la situazione è peggiorata, e pertanto il manifesto politico e culturale del Commendatore Aversente è sempre d’una attualità sconvolgente. Amava la natura e i suoi prodotti, istituzionalizzando i momenti della convivialità quali elementi aggregativi, fonti di rinsaldamento d’amicizia e reciproca stima. Oggi, virtualmente e con immenso rispetto, celebriamo con afflato la figura e l’opera di Giorgio Aversente perché questa è la commemorazione probabilmente migliore per un uomo che del valore della vita ne ha rappresentato l’icona. La sua straordinaria famiglia, le sue lotte per gli ultimi della società, la sua cultura del saluto e dell’ospitalità: questa la stella polare di una scommessa di cambiamento mai sopita, che porteremo avanti con orgoglio e senza restrizioni e all’insegna della gratitudine per gli insegnamenti ricevuti da questo grande uomo col linguaggio della semplicità e la volontà di essere sempre a fianco della sua gente.
Fabio Pistoia