Sì, c’è rancore, paura, disperazione, rabbia e voglia di prendersela con qualcuno tra chi, pochi giorni fa, è sceso in strada a Cantinella per denunciare lo stato di abbandono e di degrado in cui versa oggi la popolosa frazione di Corigliano. Ma è una rabbia, indirizzata soprattutto verso il sindaco, su cui, in questo momento di grande difficoltà, non si può far altro che sorridere, perché espressa con gli stessi schemi stantii del passato, che ci spingono a pensare che l’organizzazione degli agglomerati urbani basata sulla regolamentazione pubblica sia ormai superata, finita.
E l’opinione pubblica deve capirlo, magari partendo dal presupposto che ai comuni, oggi, non si può chiedere più nulla, poiché sono tutti falliti, a causa delle note difficoltà finanziarie del paese, ragion per cui i cittadini devono percorrere nuove strade, che prevedano lo sviluppo di comunità volontarie, città private e, quindi, di forme innovative di produzione e gestione di attività di largo interesse.
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