È spuntato da poco tempo un nuovo Regolamento di Gestione del Castello Ducale di Corigliano Calabro. Il “vecchio”, diciamo così (e forse ancora rimane quello valido per il motivo che di seguito esporrò) è stato modificato in alcune parti riguardante principalmente “l’apertura per la degustazione ed acquisto di prodotti di eccellenza del territorio nel locale La Casa del Custode”; il “vecchio” regolamento prevedeva soltanto la possibilità di un punto Bookshop. I prodotti di eccellenza del territorio sono: soppressata, olio, “rosamarina”, caciocavallo, peperoncino, fichi, vino… e così via. Ne uscirà pertanto un bel panino imbottito.
Ma tornando al “vecchio” Regolamento, che ricordo era stato redatto in Consiglio Comunale, alla presenza di un delegato della Regione Calabria, il quanto “Primo Museo Castello della Regione” e in quanto a ciò la stessa Regione Calabria dona un contributo in migliaia di euro annui, alla presenza del nostro cittadino e professionista Mario Candido (molti cittadini odierni vantano amicizia e conoscenza ma ahimè non si avvicinano minimamente all’alto spessore culturale di cui era degno), che ne ha curato, dicevo, anche il restauro, ed altri, prevedeva, il “vecchio Regolamento”, la possibilità che venisse cambiato e prevedeva che venisse fatto in Consiglio Comunale ed alla presenza di un funzionario della Regione Calabria. Quindi nella massima assise cittadina, aperta al pubblico e si presume con un corretto, civile, professionale e culturale dibattito in merito. Tutto ciò è stato fatto? La stipula del “Nuovo Regolamento” ha rispettato questa semplice ma basilare clausola imposta nel “Vecchio Regolamento” da persone di alto livello professionale e culturale? Ultima osservazione: il contratto di affidamento per la gestione scade ogni 5 anni con possibilità di proroga di ulteriori 6 mesi all’attuale Gestore se il Bando non venisse emanato in tempo o nessuno avrebbe partecipato. Trascorso tale periodo la Gestione passa automaticamente al Comune. Perché a tutt’oggi, mi chiedo e domando, non è così? Dato che anche questa Gestione è risultata fallimentare, risultante dai dati presentati, cosa aspetta a fuggire a gambe levate dal Maniero? Un qualunque Gestore lo avrebbe fatto. E invece ancora è presente con ulteriori spese da sostenere… per animo e disposizione caritatevole?!?!? Concludo: il restauro è stato fatto anche per dare uno sviluppo culturale e sociale al borgo cittadino di Corigliano Calabro ma a quanto pare questo non va di pari passo e con le dovute attenzioni delle Gestioni dello stesso.
Giorgio Mainieri