I Carabinieri di Corigliano sempre in prima linea al loro fianco.
È un dato preoccupante: nell’ultimo periodo ben tre misure cautelari emesse dall’Autorità giudiziaria, nei confronti di altrettanti uomini residenti tra Corigliano e Cassano, afferenti il divieto di avvicinamento alla parte offesa e l’obbligo di allontamento dalla casa familiare.
Risultato dell’azione di denuncia di alcune coraggiose donne che hanno deciso, a giusta ragione, di ribellarsi alla violenza, in qualunque forma questa si manifesti, e dell’accurata attività d’indagine e tutela delle medesime concittadine da parte della Compagnia dei Carabinieri di Corigliano Calabro, agli ordini del Capitano Cesare Calascibetta. Violenze subite o tuttora in corso, il più delle volte da mariti o compagni che non si rassegnano alla conclusione di una storia d’amore. Un amore malato, culminato in botte, angherie e soprusi, fisiche ma anche psicologiche, che minano l’incolumità e la stessa salute mentale delle vittime, che tuttavia reagiscono con fermezza per tutelare se stesse e, in molti casi, anche i propri figli quando questi sono presenti.
Un dato che segue di pari passo quello, ancor più preoccupante, che riguarda appunto l’elevato numero di denunce del genere nella fase immediatamente successiva al lockdown imposto dall’emergenza Covid-19. A dimostrarlo ci sono i numeri, anche su scala nazionale, inerenti il rapporto tra quarantena e violenza sulle donne durante l’isolamento, a dir poco inquietanti. La convivenza forzata con il proprio aguzzino, infatti, ha peggiorato ulteriormente la situazione, trasformando per le vittime il regime di chiusura generalizzata in un asfissiante stato di vera e propria prigionia personale.
L’aspetto confortante è uno solo: in una regione come la Calabria e in un territorio come il nostro, storicamente poco inclini alla denuncia, si registra un clima diverso, un’azione di legittima rivalsa, che spinge numerose donne a dire basta all’inferno loro causato da taluni uomini. Un segnale che, pur facendo emergere la raccapricciante escalation del fenomeno, acutizzato in siffatto momento storico, merita di essere evidenziato, poiché vede protagoniste queste “donne-coraggio” simbolo di dignità e civiltà.
V’è da sottolineare un altro importante e per nulla secondario aspetto. Se da un lato c’è chi denuncia è perché trova ascolto, attenzione e adeguata risposta dall’altra parte, ossia dalla Compagnia dei Carabinieri di Corigliano Calabro. Anche su questo campo il Capitano Cesare Calascibetta, con la consueta professionalità mai disgiunta da una non comune sensibilità, ha concentrato il massimo sforzo per addivenire a positivi risultati. La Caserma, dunque, è vista non solo come il luogo istituzionalmente deputato ad ospitare chi cerca aiuto, ma anche come un punto di riferimento sociale, un porto sicuro dove militari dotati di alta competenza e umanità sono in grado di prestare attenzione e successivi interventi mirati per salvare, perché di questo si tratta, tante donne dai loro carnefici. Una “casa” dove trovare riscatto e conforto, laddove la propria è divenuta rifugio dell’orco.
Fabio Pistoia