Non solo Coronavirus. In tempi difficili, la lettura e la scrittura di liete notizie può essere fonte di auspicata letizia. Come nei casi – e sono tanti, e tutti degni di nota – di giovani concittadini di Corigliano Rossano che mi scrivono per raccontare le loro storie, o che talvolta conosco personalmente, afferenti esperienze lavorative che li hanno visti affermarsi con successo in contesti non facili e località geograficamente distanti dal proprio comune d’appartenenza.
Quest’oggi mi soffermo su Giovanni Rodio, un coriglianese che è stato capace d’imporsi con successo in quel di Monaco di Baviera e al quale ho dato voce perché la sua è una testimonianza meritevole di essere divulgata, poiché d’esempio.
“Ad oggi, guardandomi un attimo indietro, vedo la strada che ho percorso, i sacrifici fatti e di fronte a me tutto quello che c’è da fare. All’età di 16 anni intraprendo questo percorso, la gastronomia è sempre stata la mia passione. Dalla cucina alla sala, alla pizzeria, passando da ciò che amo di più, il bar e tutto quello che comprende. Ho sempre voluto imparare più cose possibili, ho girato vari bar di Corigliano, dai più piccoli a quelli più rinomati, O’ Babá e Caffè Alfieri. Tutti luoghi – racconta Giovanni – da cui ho davvero appreso tanto, ma le ambizioni non sono mai mancate. Dai 18 anni in poi i primi viaggi ed esperienze in varie zone d’Italia, approcciarmi a nuovi posti ed a nuovi modi di pensiero mi ha permesso una crescita personale molto importante. Ho sempre amato viaggiare per conoscere la vita oltre il mio paese. Credo fortemente che bisogna sempre provare, imparare e crescere, pian piano arriva ogni soddisfazione. Un anno fa arrivai a Norimberga, da lì ho lavorato come pizzaiolo nel locale ufficiale della squadra del Norimberga, squadra della Bundesliga, serie A. Avevo iniziato un nuovo ruolo, totalmente diverso, senza mettere da parte la mia passione per il bar. Con il tempo le cose cambiano e credo che non bisogna fermarsi mai. Oggi ho la fortuna di lavorare in uno del più grande, importante e bel locale di Monaco di Baviera. Non ho mai dimenticato da dove sono partito, non ho mai disprezzato il mio paese e le mie radici. Sono sempre stato dell’idea che se una persona va via è perché ognuno decide di avere uno stile di vita diverso. In tanti “scappano”, altri vanno via per realizzare i proprio sogni. Il consiglio che sento di dare a tanti ragazzi – prosegue Giovanni – e quello di aprirvi al modo. E non ve lo dico con arroganza ma col cuore, perché il mondo ha davvero posti stupendi. Conoscere nuove persone può farvi solo bene, avvicinatevi a nuove culture, aprite il cuore e la mente. Studiate prima di tutto: la scuola vi darà basi certe, le esperienze lavorative vi completeranno”.
Parole sagge, che condivido e alle quali intendo, nel mio piccolo, dare risonanza. Perché da tutti, anche dai “baristi”, che con dedizione e sacrificio si spendono ogni giorno per offrire un puntuale servizio, c’è da imparare. Altro che “figli di papà”.
Fabio Pistoia