È un triste bollettino di guerra quello che si registra nell’area urbana di Corigliano ed è afferente le violenze domestiche, un turbinio di minacce e vessazioni che si consumano quasi sempre tra le mura di abitazioni apparentemente tranquille. Escalation preoccupante che, tuttavia, trova la sua alba di riscatto morale e non solo nell’azione di conforto e di ascolto delle vittime da parte dei Carabinieri della locale Compagnia, guidata dal Capitano Cesare Calascibetta,
alla quale fa sempre seguito un’accurata attività investigativa per poi giungere ai corrispondenti provvedimenti emessi dalla competente Autorità giudiziaria. Vittime che, brandite di coraggio e volontà di mettere la parola fine a insostenibili situazioni personali e familiari, decidono di denunciare i rispettivi aguzzini rivolgendosi ai militari dell’Arma coriglianese, riponendo in loro, a ragion veduta, la massima fiducia.
Questa mattina, i Carabinieri della Stazione di Corigliano Calabro Scalo hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare, inerente l’obbligo di allontanamento dalla casa familiare nonché il divieto di avvicinamento alle parti offese, emessa dal Gip del Tribunale di Castrovillari su richiesta della locale Procura, nei confronti di un 22enne del luogo. Il giovane è accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate, reati che gli vengono contestati a seguito di una scrupolosa attività d’indagine che ha dato riscontro alla denuncia delle vittime. Vittime che, in questo caso, sono gli stessi genitori del ragazzo e sua sorella, che dall’ormai lontano 2015 fino all’ottobre di quest’anno hanno subito in silenzio ingiurie ed insulti, aggressioni fisiche e verbali, fino a dover ricorrere alle cure dei sanitari per le lesioni riportate.
Un clima di perdurante violenza sfociato addirittura nelle minacce di morte da parte del 22enne nei confronti dei genitori, che per anni hanno preferito non denunciare quanto accadeva per tutelare il figlio. Poi, la svolta: la scelta di rivolgersi ai Carabinieri alla luce della situazione divenuta oramai insostenibile e per tutelare la loro stessa incolumità fisica. Dalla denuncia ha fatto seguito un’articolata attività investigativa, supportata dalla certificazione sanitaria fornita dai familiari del giovane, dalla quale è emersa la continuata serie di violenze fisiche e psicologiche.
Un figlio che alza le mani sui genitori, un padre e una madre che dicono basta a tutto ciò. Storie difficili finanche da raccontare, figuriamoci per chi le ha subite nel silenzio della quotidianità. Fatti che destano sconcerto e invitano alla riflessione e, ancora una volta, trovano una lieta conclusione grazie al tempestivo quanto oculato intervento dei Carabinieri della locale Compagnia. Il Capitano Cesare Calascibetta e tutti i militari dell’Arma coriglianese ne hanno fatto un pilastro della loro attività: denunciare per sconfiggere l’orda in preda agli istinti, la spirale di violenza che non si può e non si deve accettare, fermare chiunque ci fa del male. Fosse anche un figlio.
Fabio Pistoia