Quando ancora l’alba stenta ad affacciarsi all’orizzonte
l’operaio già per la strada s’incammina.
Una tazzina di caffè bevuta in fretta e furia
ed il pranzo di giornata nella vaschetta!
Le braccia e le gambe stanche del giorno prima
ma lui non ne fa un problema e per la strada si avvia
con quella bicicletta mezza arrugginita
che ad ogni pietra che sbatte butta giù un grido!
Se è stanco non si può neanche riposare perché
a casa ci sono i figli da sfamare!
L’operaio sta lavorando da quando aveva otto anni
e tempo per giocare non c’è ne è mai stato tanto!
E se per caso lo voleva fare, il padre prontamente
gli diceva: “Sbrigati e cammina subito con me a lavorare!”.
La faccia dell’ operaio è sempre scura, non per
il carattere ma per il sole.
Le scarpe tutte infangate e consumate, appena fa
un passo gli sembra di cadere giù.
E mentre cammina per la strada il suo pensiero vola lontano…
Sogna un mondo nuovo dove nessuno può più comandare
ma nel quale possano prevalere soprattutto gli ideali!
L’operaio se vuole sempre lavorare orari e buste paghe
non deve mai guardare!
Se è malato non si deve lamentare e mai assentare
altrimenti lo possono subito licenziare!
Questa è la dura vita dell’operaio,
uomo onesto, schiavo di lavoro e senza denaro.
Isabella Freccia