L’adrenalina che sale, la fatica.
Correre, correre.
Non fermarsi.
Le gambe che tremano, il respiro pesante,
l’attesa del fatidico fischio.
Solo uno il pensiero fisso, il calcio.
Le emozioni che regala, la forza che emana.
Il calcio che rende liberi,
Il calcio, come maestro di vita.
Quello che insegna a vivere, a rialzarsi.
Lo sport delle migliori incazzature, delle peggio parole, e dei più grandi sorrisi.
Impari ad inseguire la palla, come nella vita i sogni.
Impari a centrare la rete, a guadagnare quel punto per cui hai sudato, come nella vita raggiungi gli obiettivi lavorando duramente.
Tutto questo, è racchiuso nella partita, perchè non è mai “una” partita, ma è sempre “la” partita.
Tutto ciò per dire cosa esattamente?
Per spendere due parole a proposito del torneo, quasi giunto a conclusione, Equality beach soccer.
Non è un ringraziamento, è un semplice pensiero.
Sono parole di chi dall’esterno, osserva e ascolta. Di chi urla dietro una rete, di chi esulta per le piccole vittorie, e sente l’amaro in bocca delle squadre durante una sconfitta.
Vedo passione in campo, vedo fatica e desideri.
Ne vedo altrettanta in chi ha fatto in modo che tutto ciò fosse possibile.
Dei ragazzi, è partito tutto da loro.
Giovani che con tanta forza di volontà, hanno realizzato qualcosa di grande.
Li ho visti rincorrere palloni, li ho visti dirigere partite, sorridersi e litigare.
Li ho visti abbattuti, grintosi, sempre costanti.
Ogni giorno, per l’intera durata del torneo, sono lì, schierati come una squadra, pronti ad affrontare i mille problemi che si presentano, insieme, sempre.
È proprio questo il messaggio del torneo, l’unione, l’uguaglianza.
Si è uguali in campo, con divisa e scarpette, come si è uguali nella vita.
Tutto ciò è arrivato a me, come ai mille assidui spettatori del torneo.
Grazie, solo grazie. Per aver donato una ventata di freschezza all’estate Corigliano-Rossanese!