Si respira aria di “guerra” nel borgo antico coriglianese. I titolari di esercizi commerciali del genere alimentari, per bocca del portavoce Enzo Natozza, “storico” operatore del centro storico e cittadino molto attento e sensibile alle problematiche del territorio, sono infatti adirati perché rimasti privi di pane per la vendita nelle rispettive attività commerciali.
“Lo scorso 1 luglio, a seguito dell’aumento del pane, ci siamo visti obbligati a vendere il pane al prezzo di 2 euro al chilogrammo e 4 panini al prezzo di 1. Dal secondo giorno, tuttavia, alcune attività – dichiara Natozza – hanno iniziato a trasgredire tale impostazione, vendendo il pane a 1,60/1,80 euro al chilo e 5 panini ad 1 euro. Mi sono immediatamente attivato presso i panificatori per renderli edotti di tale situazione, chiedendo loro d’intervenire. Ma tutto ciò non è avvenuto e quindi anche tutti noi altri operatori commerciali ci siamo visti costretti ad abbassare i costi di pane e panini per ciò che afferisce la vendita al dettaglio ai consumatori, perché naturalmente la gente si reca dove può risparmiare. Ad oggi, per tutta risposta, i panificatori hanno deciso di non fornire più le attività di generi alimentari del centro storico coriglianese del pane e mi chiedo se tutto questo sia legalmente possibile. Privare i residenti di una zona del territorio comunale è forse giusto? Mi appello allora a tutti quanti per trovare una soluzione condivisa per ovviare a tale disagio, nonché al sindaco della città al quale chiederemo, nel prossimo mese di settembre, un tavolo operativo per affrontare le questioni che affliggono il settore commercio e, in particolare, azioni per contrastare l’ambulantato di pane e altri prodotti alimentari”.
Fabio Pistoia