E’ tempo di campagna elettorale, come d’altronde avviene in ogni tale occasione. Il nostro grande governatore della Calabria Gerardo Mario Oliverio si ricorda in queste ore della portualità regionale, contestualizzandola alla sola area di Gioia Tauro. Nulla togliere all’unica realtà “leader” del transhipment nel Mediterraneo, ma credo che è arrivato il tempo di smetterla con le chiacchiere e le passerelle ed iniziare a lavorare seriamente per il bene di tutti.
La Calabria ha bisogno di maggior respiro e considerata globalmente, in particolare questa terra, la sibaritide, ha diritto ad attuare le adeguate strategie di sviluppo, in particolar modo lo sviluppo del porto e delle aree adiacenti, consone con le proprie caratteristiche e tali da intercettare nuovi traffici marittimi per il collegamento in rete con gli altri porti del Mediterraneo. Mi rivolgo a Claudio Malavolta, neo assessore al ramo (porto) del Comune di Corigliano-Rossano ed amico di Oliverio, ricordandogli che in Italia, secondo la legislazione vigente (Decreto-Legge 20 giugno 2017, n. 91 “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno” e successivo DPCM del 25 gennaio 2018 n.12 “Regolamento recante l’istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES)”, la ZES è un territorio geograficamente delimitato e chiaramente identificato, situato entro i confini dello Stato. Può essere costituita anche da aree non territorialmente adiacenti, purché presentino un nesso economico funzionale. Ogni regione può presentare una sola proposta di ZES o al massimo due se nel territorio ci sono più aree portuali che possono essere definite ZES. Le Regioni nelle quali non sono presenti aree portuali tali da essere definite ZES, possono presentare domanda solo in forma associativa (in questo caso devono essere contigue) o in associazione con un’area portuale avente le caratteristiche per essere definita ZES. Si fa presente che le aree non contigue devono comunque essere collegate alle aree portuali da infrastrutture adeguate alla realizzazione del Piano di Sviluppo Strategico che le regioni dovranno presentare per l’istituzione delle ZES. Come stabilito all’art. 3 del D.P.C.M. 13 del 2018, la Zona Economica Speciale può includere anche aree della stessa regione che non siano territorialmente adiacenti, che presentino però un nesso economico funzionale e che comprendano almeno un’Area Portuale. Come si dimostra il nesso economico funzionale? Il nesso economico funzionale tra aree non territorialmente adiacenti sussiste qualora vi siano già, oppure potranno essere sviluppate, le attività economico-produttive, indicate nel Piano di Sviluppo Strategico, o vi siano adeguate infrastrutture di collegamento tra le aree interessate. La norma chiarisce che tali aree, tenuto conto anche del volume complessivo di merci in transito, sono anche i porti che non presentano le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2013, purché essi abbiano una rilevanza strategica per le attività di specializzazione territoriale che si intende rafforzare e dimostrino un nesso economico funzionale con l’Area Portuale.
Per quanto riguarda il capitolo che riguarda le Aree Individuate nella regione Calabria, lo stesso è allineato con quanto espressamente richiesto relativamente al contenuto di cui alle lettere “a” e “m”, comma 1, art.6 del DPCM 12/2018. Il capitolo richiama la documentazione a supporto dell’identificazione delle aree individuate per la definizione della ZES nel territorio della regione Calabria, con l’indicazione delle porzioni di territorio interessate e l’evidenziazione di quelle ricadenti nell’aree portuali e nelle aree territorialmente non adiacenti.
I criteri utilizzati per la definizione delle aree della ZES sono scaturiti dall’analisi delle variabili designate a favorire l’ottimale effetto dell’applicazione del DPCM n.12/2018 con l’obiettivo di garantire condizioni di sviluppo sul territorio della regione Calabria. Sono stati utilizzati i seguenti obiettivi:
infrastrutturale trasportistico: rilevanza internazionale – rilevanza nazionale – rilevanza logistica;
pianificazione strategica d’area vasta: consortile – vincolistica;
capacità di espansione produttiva: superficie minima – percentuale di superficie libera;
sostenibilità dell’interferenze con le residenze: perimetro;
accessibilità minima garantita: infrastrutturale – tecnologica.
Per la determinazione delle infrastrutture di rilevanza economica nazionale si è rilevato un terzo obiettivo specifico – presenza nell’ambito delle infrastrutture di aree anche di carattere produttivo – che ha permesso di selezionare le seguenti infrastrutture:
porti nazionali (Corigliano-Rossano, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Villa San Giovanni);
aeroporti internazionali (Lamezia Terme), nazionali (Reggio Calabria e Crotone).
I sopracitati obiettivi sono stati utilizzati per individuare aree anche non territorialmente adiacenti di cui all’art. 3 del DPCM n.12/2018.
Da ciò deduciamo che il porto di Corigliano-Rossano ha tutte le caratteristiche per uno sviluppo in tal senso (ZES) ed al neo assessore al ramo porgiamo gli auguri di buon lavoro affinchè dedichi tempo ed energia per lo sviluppo di un’infrastruttura strategica per la nuova città.
Quindi, come ribadito in altri post, il ruolo che il neo Sindaco Flavio Stasi avrà in seno al Comitato Portuale è arduo e complesso, in quanto, oltre alle competenze specifiche, dovrà attrezzarsi di autorevolezza ed ottenere i risultati attesi e previsti dalla norma.
Salvatore Santelli