Lavoratori costretti a lavorare nei campi per quattordici ore di fila e con una paga di poco più di tre euro l’ora. Per questo motivo 4 imprenditori agricoli, tra cui uno residente nel comune di Corigliano Rossano, sono indagati per intermediazione illecita e sfruttamento di lavoratori nei campi agricoli del litorale jonico-lucano.
E’ scattata all’alba di ieri mattina la maxi operazione “Libertate”, anti caporalato, coordinata dal Procuratore capo di Matera, Pietro Argentino, e dal pm Annafranca Ventricelli nell’ambito della quale i Carabinieri del Comando provinciale, congiuntamente ai Carabinieri per la Tutela del Lavoro, hanno notificato cinque ordinanze di sequestro preventivo nei confronti di altrettante aziende agricole e al sequestro di conti correnti, beni, terreni, fabbricati, mezzi ed attrezzature aziendali per un volume d’affari stimato di oltre 7 milioni di euro. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip Angela Rosa Nettis.
I lavoratori, principalmente rumeni, secondo le accuse, venivano reclutati all’estero tramite l’uso di social network (Facebook), ed una volta giunti in Italia venivano privati dei documenti di riconoscimento e costretti, sotto minaccia ed intimidazione, a lavorare in diversi fondi agricoli privati, individuati in Scanzano Jonico e Tursi (Matera). Le vittime venivano alloggiate in abitazioni a loro fittate forzatamente, il cui costo veniva loro automaticamente decurtato dal salario. I lavoratori venivano costretti a lavorare fino a 14 ore consecutive con un salario medio di 3,5 euro all’ora, con una sola pausa per il pranzo di mezz’ora e sotto continue minacce ed intimidazioni.
In questa ultima fase dell’attività investigativa -hanno spiegato gli iqnuirenti – ci si è concentrati sull’individuazione dei beni che costituiscono il prezzo/profitto/prodotto del reato, in particolare le aziende agricole che hanno impiegato la manodopera sfruttata, avvantaggiandosene economicamente. A seguito del sequestro, al fine di garantire la continuità aziendale, è stato nominato un amministratore giudiziario scelto tra quelli iscritti nell’Albo Nazionale degli Amministratori Giudiziari.
L’attività investigativa, era stata avviata dopo la denuncia presentata nel maggio del 2018 alla Compagnia Carabinieri di Policoro da un cittadino rumeno per sfruttamento illecito del lavoro. Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Policoro e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Matera e Potenza hanno portato, oltre ai provvedimenti attuali, nel mese di maggio 2018 al fermo di indiziato di delitto nei confronti di 4 cittadini rumeni e nel mese di gennaio 2019, all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 persone, di cui 11 in carcere, 1 agli arresti domiciliari, 1 obbligo di dimora e 1 obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
I titolari delle aziende agricole indagati, nei cui confronti sono stati notificati i decreti di sequestro, sono:
– Giordano Massimo, nato a Montalbano Jonico, classe 1972, residente a Scanzano Jonico, imprenditore, titolare azienda agricola “La Lucana Fruit Soc. Coop.”;
– Giordano Antonio, nato a Martina Franca (Taranto), classe 96, residente a Scanzano Jonico, imprenditore, titolare azienda agricola “Giordanfruit”;
– Valenza Paolo, nato Ginosa (Taranto), classe 65, residente a Scanzano Jonico, imprenditore, titolare omonima azienda agricola;
– Morrone Ciro, nato Gela (Cl), classe 79, residente a a Corigliano Rossano (Cosenza) ma domiciliato in Policoro, imprenditore, titolare aziende agricole “Contea Agricola S.r.l.” e “F.lli Morrone S.r.l.”.
Fabio Pistoia