A chi, in ogni campagna elettorale, inserisce nel proprio programma la meritocrazia e la lotta all’evasione fiscale, per avere più giustizia sociale e più servizi, anche in nome del pagare tutti per pagare meno, bisognerebbe spiegare due concetti fondamentali: 1) siamo vittime di uno stato bestiale che si alimenta delle nostre risorse e che ne vuole sempre di più, 2) fino a tempi molto recenti, nessuno aveva mai pensato di costruire una società interamente né prevalentemente meritocratica.
La prova starebbe in alcuni documenti, non proprio recenti: uno del 1997, con cui la CGIA di Mestre ci ha detto che nel 1997 gli italiani versarono allo stato 457 miliardi di euro (in lire), un altro dello stesso anno, con cui il SECIT della GdF, stimava l’evasione a 129 miliardi di euro (in lire), un terzo, del 2014, che ci ha fatto scoprire che lo stato pur avendo incassato, in quell’anno, 698 miliardi e stimato l’evasione in 150 miliardi, non solo non ci ha trasformato in un paese modello, ma, per risparmiare, si è ritirato un po’ ovunque e ci ha chiuso ospedali e tribunali. LEGGI ARTICOLO COMPLETO