Il mese di giugno, preludio della stagione estiva, è da sempre carico di riti e tradizioni che sono parte integrante della comunità di Corigliano Calabro. Tra questi, ci piace ricordare ciò che accadeva, nel passato della nostra città (oggi Corigliano Rossano), in occasione del 24 giugno, festa di San Giovanni Battista, poiché nelle case dei coriglianesi era tradizione “jittèr’i sciuòrtili”.
Si lasciava fondere, cioè, in un grosso cucchiaio, in un vecchio mestolo di metallo o in una scatoletta di latta qualche pezzetto di piombo (raccolto durante tutto l’anno e conservato in un posto sicuro) e poi si versava in una bacinella o in un qualsiasi recipiente.
“Dall’osservazione attenta – scrive l’indimenticabile storico locale Tonino Russo in uno dei suoi racconti tramandatici con competenza dal professore Giovanni Scorzafave – e dall’interpretazione delle forme assunte dal piombo a contatto con l’acqua fredda, si ricavavano presagi – ‘a bbona o ‘a mala sciorta – validi per l’intero arco di un anno (dal 24 giugno al 23 giugno dell’anno successivo). È importante ricordare che, per una sicura e valida riuscita ‘i ri sciuòrtili, il piombo fuso doveva essere versato ‘ndra l’acqua muta; bisognava, cioè, andare ad attingere l’acqua ad una sorgente, ad un pozzo o anche ad una fontanella pubblica e durante il tragitto non si doveva parlare con nessuno. Un qualunque discorso fatto per strada avrebbe contaminato la purezza dell’acqua ed influenzato l’esito del rito divinatorio. Ed è anche importante precisare che non tutti sono d’accordo sul giorno in cui si facevano ‘i sciuòrtili; secondo alcuni, veramente pochi, il giorno era il 29 giugno, festa di San Pietro”.
Fabio Pistoia