Ho seguito con attenzione i comizi dei tre candidati a Sindaco della città fusa. Devo dire che seppure i tre hanno evidenziato caratteristiche diverse chi con più piglio da tribuno e rivoluzionario, chi con taglio aziendale ma in sostanza hanno presentato la loro candidatura come quella per una normale campagna elettorale di un normale comune chiamato ad eleggere un sindaco nuovo, quando in realtà non è assolutamente così perché queste elezioni non hanno niente di normale sia per l’oggetto che per i soggetti chiamati a dare risposte.
Tutti hanno accentrato il loro impegno di persuasione elettorale, sull’elencazione delle criticità dei due comuni e sul come intendono dare risposte ai problemi ormai diventati cronici.
La cittadinanza, invece per certi versi, pur essendosi rassegnata a conviverci (visto l’astensione) ha puntato tutto come ultima speranza di soluzione, a mio avviso errando, sulla fusione come panacea per tutti i suoi mali.
Certamente sciorinare la lista delle carenze e dei vuoti anzi delle voragini che presentano i servizi e la qualità di vita di questi due paesi non è arte difficile basta semplicemente guardarsi intorno perché come un torrente impetuoso i diritti negati ed il ritardo che registriamo nella vita di tutti i giorni vengano automaticamente ad affollarci la mente, sgomitando tra di loro per rappresentarsi quale sia la più grave dell’altra, ma come si può fare la graduatoria tra il diritto alla salute ed il diritto al lavoro ed alla mobilità o all’abbandono dei centri antichi, insomma non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Quello che è, a mio modesto avviso, mancato è l’analisi della eccezionalità di queste elezioni e di come la si intende affrontare per portarla a soluzione, mi riferisco proprio alla fusione delle due entità comunitarie, delle due cittadinanze, dei due municipi, dei due agglomerati residenziali, se riascoltate i candidati nelle loro performance e dimenticate che parliamo di un comune fuso i loro discorsi si potrebbero perfettamente attagliare alle elezioni di uno dei due comuni singoli, semplicemente con il raddoppio dei problemi da affrontare!
Ma non è così semplice, e qui si sostanzia la grande problematica che noi, contrari alla fusione, abbiamo affermato ed alla luce di quanto abbiamo oggi ascoltato, continuiamo ad affermare:
queste elezioni sono una sciagura per il popolo di Corigliano e di Rossano perché non possono tener conto di tutte le implicazioni che fondere a freddo due comunità con le loro criticità e difetti ed anche con le loro caratteristiche distintive e peculiari non è cosa da potersi risolvere con un passaggio burocratico-amministrativo come una fusione tra comuni!
Ciò significa che solo un incompetente può pensare che un problema di Corigliano, ammesso che sia lo stesso a Rossano, possa essere risolto con l’identica soluzione per entrambi le comunità, facciamo un esempio per tutti, la sanità:
Ma veramente c’è stato qualcuno che vi abbia detto che essendo stata attuata la fusione, faccio solo un esempio (non inveite subito contro di me) poiché il comune è unico < chiudiamo un ospedale ad esempio Corigliano, così risparmiamo e ne teniamo solo uno aperto, come si dice da noi: “risparmiamo e compariamo”.>
Vedete questa sarebbe l’unica soluzione consona ed alla quale, attuando la fusione dovemmo tendere, non ci sono mezze misure, perché non si può contemporaneamente attuare la fusione e mantenere due ospedali in un paesino sperduto della Calabria seppure di 80.000 abitanti.
Questo è ben chiaro ai fusionisti? Allora se i candidati non vi hanno detto queste cose, mentono sapendo di mentire.
Si dirà ma l’ospedale unico… Lo stanno costruedo… Hanno posato “le prime pietre”… Hanno costruito la recinzione… Ha detto Oliverio, il Sindaco, il Vescovo il Prefetto…. Stendiamo un “lenzuolo” pietoso su questa storia, non aggiungiamo ulteriori danni alle beffe;
tra l’altro proprio a cento metri da questo scempio ce n’è un’altra di opera lasciata a metà con le rampe al cielo come un monumento agli alieni che chiedono ancora giustizia, ed ancora sempre là, proprio là, insiste il centro sportivo Insiti, monumento tangibile e tanto reale quanto drammatico dell’incapacità storica dei due comuni di Corigliano-Rossano alla collaborazione, tanto che mi solletica l’idea di cambiare nome alla località Insiti in “la contrada delle opere incompiute”.
Ebbene è tutto maledettamente così, la problematiche dei due paesi non si risolvono semplicemente raddoppiando le risorse o l’impegno, bisogna capire che due problematiche seppure sembrino uguali se riscontrate nelle singole collettività se le hai in un comune unico, fuso non è assolutamente la somma di due criticità ma diventa un terzo problema e come tale richiede assolutamente un’altro tipo di soluzione!
Ne vogliamo vedere qualche altro? Pensiamo all’approvvigionamento idrico, ma veramente si può pensare, pur essendo entrambi i paesi sotto questo profilo in condizioni veramente pietose, e lo sanno benissimo i cittadini specialmente in estate di cosa si parli, che possa esistere una soluzione unica per tutt’e due!
La storia delle condotte idriche dei due paesi hanno evoluzioni, condizioni di manutenzione e stato attuale completamente differenti, e pertanto il tipo di intervento che si deve può prevedere per portare a soluzione deve essere assolutamente dedicato, calibrato e programmato in modo differente per ciascuna comunità!
Sono due esempi abbastanza elementari, eppure da come si può intuire la problematica è ripetibile in qualsiasi campo, si pensi al servizio della pubblica mobilità o la condizione scolastica e compagnia cantando, quindi cosa è che emerge? Emerge che in realtà nelle due comunità devono essere pensati interventi diversi, come se… guarda caso fossero due paesi differenti ed autonomi!
Ed allora ci chiediamo a cosa serve questa fusione se non a complicare le cosa e la vita delle comunità?
E ancora ma se il solo Comune di Corigliano nei suoi bilanci di previsione considera, ragionando per sommi capi, spese per l’importo di circa 60 milioni di euro per competenza ed 80 milioni di cassa, quindi sempre facendo i conti con le dita, attribuendo al comune di Rossano in linea di massima lo stesso peso finanziario, stiamo parlando della bellezza di spese per competenza di 120 milioni di euro e di 160 milioni di euro per cassa!
Queste sono le dimensioni finanziarie delle quali parliamo e noi ci affidiamo ad un contributo che, ammesso che lo Stato ce lo dia, poiché nella stessa legge si afferma che sarà erogato soltanto dietro la disponibilità finanziaria, dunque ad un contributo per la fusione di … sentite, sentite 2 milioni di euro, avete capito bene, 2 milioni di euro ovvero poco più dell’uno per cento del bilancio di spesa!
A questo ci affidiamo per mettere insieme i problemi delle due comunità fuse?
Ecco di queste cose che non sono orpelli o scuse ad arte tirate fuori all’ultimo minuto, per difendere una posizione di parte o di questo o quel candidato, ma dati di fatto, a questo ci si riferisce quando si afferma che questa non è una tornata elettorale qualsiasi, e che ci si attendeva quindi una presa di responsabilità molto più alta e cosciente di cosa si prevede e sopratutto di cosa aspetta ad uno di quei tre signori che oggi si spertica in elenchi ma che si andrà ad immolare “almeno” politicamente sull’altare della fusione che è la nuova religione che queste due popolazioni hanno dovuto abbracciare con una semplice votazione referendaria esprimendo di fatto un atto di fede che purtroppo non basterà per cambiare questa nostra realtà.
Mario Gallina