Ancora a proposito di contributi statali per la fusione.
Nei giorni scorsi si è sviluppata una polemica – che continuerà sicuramente nelle prossime settimane- sulla c.d. disposizione salva Roma, contenuta nel Decreto Crescita : una norma avversata da Salvini non con un rigurgito dei tempi in cui Roma la si appellava come ladrona, ma con la motivazione di esigenze di equità di trattamento tra tutti i Comuni d’Italia, in nome e per non smentire la nuova caratura nazionale della Lega; la stessa norma è sostenuta invece dai 5 stelle, in aiuto alla loro Sindaca Raggi.
In questa sede non interessa sapere se si tratta di una polemica tra alleati di Governo, in una logica scambista del do ut des già manifestata in altre recenti vicende.
Nel merito la norma in questione mira a facilitare la Capitale nel rientro dal debito accumulato negli ultimi lustri e già in corso da tempo sotto il controllo di un Commissario dello Stato.
E’ vero anche che molti Comuni sono in gravi difficoltà finanziarie per ragioni che qui non è utile affrontare. Tra questi, oltre la Capitale, altre grandi città che per storia, funzione e ruolo non possono essere lasciate sole: Torino, Milano, Firenze, Napoli, Catania solo per citarne alcune. Tutte meritevoli, secondo l’impostazione equanime, di un intervento straordinario.
È verosimile attendersi perciò che la norma prima richiamata – stralciata nel Consiglio dei Ministri nei suoi contenuti di sostanza – venga integrata in Parlamento in sede di conversione con l’allargamento ad altri Comuni, in una visione più organica delle difficoltà in cui si muovono le Autonomie locali, per la cui riforma è fra l’altro in pista un DDL.
Viene in mente che -quanto a straordinarietà- la fusione Corigliano Rossano è un evento non secondo a nessuno in materia di Enti locali, per i motivi ripetuti fino alla noia, ma che fuori dal territorio di competenza e nelle Istituzioni sovra ordinate, hanno fin qui goduto solo di una condivisione di facciata.
È quindi il caso di rilanciare, ora e subito, l’idea di rendere equa la norma sulla contribuzione straordinaria decennale per le fusioni che – se applicata nei termini vigenti- finirebbe per trattare la più grande operazione di questo tipo in Italia per abitanti e territorio, come una qualsiasi fusione di piccole realtà locali, elargendo somme più simili ad un obolo che ad un serio intervento di sostegno ad un esempio di riforma dal basso della presenza delle Istituzioni sul territorio.
Spero che per questo si batteranno i canditati a Sindaco, con adeguata azione di sensibilizzazione: verso il Ministro Salvini, competente per materia e dichiaratosi propenso all’equità; verso la deputazione del Territorio, in primis la nutrita rappresentanza pentastellata, sperando che anche altri non persistano in un incomprensibile stato di insensibilità; verso l’Anci perché eserciti la sua funzione di tutela delle Autonomie locali.
Potrebbe essere l’ultima occasione.
Avv. Nicola Candiano
3 maggio 2019