È ancora una volta il prezioso archivio de “Il Popolano”, celebre testata di Corigliano Calabro, a indicarci, e ricordarci, date e avvenimenti legati alla storia, alle tradizioni, ai luoghi della città cari alla memoria della comunità. Il mese di maggio ormai alle porte, come testimoniato dal periodico nel numero 7 del 12 maggio 1902, porta con sé, consegnandolo puntualmente alle nuove generazioni, un momento assai significativo per il popolo coriglianese: l’erezione della Santa Croce.
“Il tre corrente a cura della congregazione del SS. Rosario s’inaugurò una nuova croce nelle vicinanze della città, nel punto detto Santa Croce. V’intervenne il Preposito ed il Clero di S. Pietro, la Congrega anziddetta, preceduti dalla musica e seguiti da numeroso stuolo di devoti”.
Tra i più importanti simboli religiosi del territorio dell’area ausonica del comune di Corigliano Rossano, pregevole raffigurazione della profonda fede e della radicata devozione popolare, la Santa Croce (nella bellissima foto allegata e realizzata dal dottor Carlo Caruso) domina, dall’alto della sua maestosa sobrietà, l’intero borgo antico. La Santa Croce è posta, come di consueto avviene un po’ ovunque, in un luogo trafficato. Una tradizione che affonda le proprie origini nelle consolidate abitudini tracciate dai Padri Passionisti.
A Corigliano, la pesante croce in metallo fu dapprima installata su un’altura nei pressi della chiesa di Sant’Antonio; successivamente, venne spostata a poche decine di metri, a seguito della volontà di edificare la predetta area da parte di un privato. Infine, dopo ulteriore spostamento e non poche traversie, la scelta del sito ove attualmente sorge, definitiva ubicazione situata su un costone opposto al precedente, nei pressi dell’Ariella e della scuola media “Toscano”. Da lì e dal quel momento, il centro storico è visibile nella sua magnificenza: dal Castello ducale alla Cupola di Sant’Antonio, con le albe e i tramonti che segnano l’inizio e la fine di ogni dì.
Fabio Pistoia