San Francesco di Paola: per ciascun coriglianese asilo di pace, soave rifugio nelle prove della vita, pegno sicuro di salvezza. È tutto pronto, nel Centro storico dell’area urbana coriglianese della nuova unica Città di Corigliano Rossano, per i solenni festeggiamenti in onore dell’amato Patrono, che culmineranno nelle giornate di domani, 30 aprile, e dopodomani, primo maggio.
Si rinnova così puntualmente, anche quest’anno, l’occasione per tributare la profonda gratitudine a San Francesco di Paola. Due, in particolare, i miracoli a Lui attribuiti e cari alla memoria del popolo coriglianese.
Si narra infatti che, durante la permanenza a Corigliano di San Francesco di Paola (1476-1478), c’era bisogno di acqua potabile. Per tale motivo, si recò in montagna (Bosco dell’Acqua) fino ad una sorgente e supplicò l’acqua di seguirlo, tracciando con il suo bastone un solco fino al convento. Pochi mesi dopo, San Francesco distribuirà quell’acqua in altre zone di Corigliano, in particolare sulla collina dove sorgeva il Castello, tramite il famoso Ponte Canale, e nell’attuale Piazza del Popolo, tramite una fontana. Pertanto, come ricorda il professore Giovanni Scorzafave, sin dalla fine del ‘400 la piazza più importante di Corigliano si chiamò “Acquanova”.
Inoltre, il 28 aprile del 1836, tre giorni dopo il terribile terremoto, si riunisce il Decurionato di Corigliano, sotto la presidenza del Sindaco Domenico Sollazzi-Castriota. Il terremoto si è avvertito al mattino del 25 aprile 1836, alle ore 6, e nei comuni vicini miete molte vittime, mentre a Corigliano si hanno solo due morti. La popolazione di Corigliano “ha trovato il suo sollievo ed il pronto soccorso presso il Suo Protettore S. Francesco di Paola e si è nella fiducia che per la sua santa intercessione siam salvi.”. Da quel momento in poi, indissolubile è il legame tra il Santo paolano e la comunità coriglianese.
Fabio Pistoia