Lidia, Lidia cara,
ti dedico giusto qualche riga che m’avanza e qualche minuto del mio preziosissimo tempo di lavoro. E vengo al dunque: la maturità d’un uomo o d’una donna politici si misura anche – e forse soprattutto – dal sapere discernere un “sentire” esclusivamente personale nei confronti, per ovvio esempio, d’un giornalista, da una notizia dallo stesso pubblicata con un garbo ed un’eleganza che sono sicuro tu m’abbia consciamente od inconsciamente riconosciuto e non pari ai tuoi nei miei confronti. Purtuttavia credo, anzi spero, avrai modo di crescere, politicamente.
Il tanto “contestato” soprannome di tuo nonno – ‘U Mussuto – l’ho sempre riscontrato, come tutti i cittadini di Corigliano Rossano, tanto nei discorsi della gente e tra la gente quanto in numerosissime carte giudiziarie in mio possesso che conservo come da mia vecchia buona abitudine di cronista giudiziario.
Quanto alle assoluzioni e alle condanne, credo d’aver seguito un numero sufficiente di processi nelle aule giudiziarie per poterne essere sufficientemente informato tanto da averne scritto abbastanza negli anni.
Tenendo in debita considerazione le tue parole, mi corre ovviamente l’obbligo di ringraziare la tua famiglia per avermi fatto conquistare la ribalta, sarei stato altrimenti davvero spacciato. Circa la tua difesa da parte mia, t’invito a rileggere meno di fretta l’articolo pubblicato su AltrePagine, la testata che dirigo…
Ricambio i saluti.