Il mese di marzo ha portato con sé, oltre al consueto appuntamento con la stagione primaverile, un evento che ridurre a sterile accadimento di cronaca paesana è atteggiamento deleterio. La chiusura della “storica” edicola situata in via Aldo Moro – gestita per tantissimi anni con competenza, professionalità e un quotidiano sorriso per tutti da Raffaele Avolio e Antonella Melieni – è, invece, simbolo e sintomo di un costante malessere che affligge il centro storico coriglianese.
Un sincero amico di ieri e di oggi, giovane professionista che nel borgo antico continua a vivere con la sua famiglia, segnala allo scrivente il fatto, nefasto non solo per i residenti del rione Ariella ma per la comunità nel suo complesso. È tutta la città che, dinanzi a queste ulteriori saracinesche abbassate per sempre, deve rammaricarsi su cosa è accaduto e continua tuttora a verificarsi in merito al fenomeno della spoliazione dei luoghi cari alla memoria collettiva.
L’Ariella – con l’altrettanto “storico” bar-tabacchi-ricevitoria della famiglia Scorzafave che ancora fortunatamente resiste – è uno scrigno di ricordi personali e familiari per intere generazioni. In questo angolo di territorio hanno trascorso anni della loro vita un po’ tutti, dagli impiegati ed utenti degli uffici comunali ai docenti, non docenti e studenti di istituti tecnici e licei.
Chi scrive, oltre ad evidenziare l’ennesima sconfitta per il mondo del commercio e delle attività produttive, ma ancor prima per il sentimento di un popolo, non può che continuare a credere nella graduale rinascita del centro storico e auspicare attenzione e sensibilità da parte di coloro i quali andranno a ricoprire in futuro incarichi amministrativi, affinché tale comune proposito non resti una mera chimera.
Fabio Pistoia