Un appuntamento di alto profilo culturale è in programma per domenica 10 marzo, alle ore 17.30, presso l’aula magna dell’Istituto Tecnico Commerciale “Luigi Palma” di Corigliano. L’iniziativa – avente come tema “La Grande Guerra”, curata dal prof. Giuseppe De Rosis ed organizzata col supporto di ITC, Associazione “Musica oltre le Barriere” e ICSAIC – è incentrata sulla presentazione del libro “Resistere” del prof. Giuseppe Ferraro.
Il programma dei lavori prevede i saluti della dott.ssa Cinzia D’Amico, dirigente scolastico dell’Istituto “Luigi Palma”, e l’introduzione e il coordinamento della dott.ssa Anna Milieni. A relazionare sarà il professore Giovanni Pistoia. La manifestazione sarà allietata da momenti musicali curati da Mimì Zampino.
Originario di Longobucco, l’autore del testo, Giuseppe Ferraro, è attualmente dottore di ricerca presso l’Università degli studi della Repubblica di San Marino, collabora con l’Università della Calabria ed è altresì componente della Deputazione di Storia Patria della Calabria e membro del comitato scientifico dell’ICSAIC, dove è anche responsabile della sezione scuola e didattica. Fa parte della redazione della rivista «Giornale di Storia contemporanea» e il «Pensiero storico»; dal 2018 anche del Centro studi “Paolo Prodi” per la Storia costituzionale (Università di Bologna). Ferraro non è affatto nuovo ad importanti riconoscimenti. Durante la sua carriera di storico e ricercatore, ha infatti ottenuto importanti premi. Il suo “Il prefetto e i briganti” ha infatti ottenuto la menzione speciale al premio “Sele d’oro” e giunto tra i cinque finalisti dell’Opera prima SISSCO nel 2017.
Attraverso fonti pubbliche e private (italiane e austro-ungariche) anche inedite, Ferraro nel libro “Resistere” riesce a ricostruire il complesso mondo delle trincee e dei campi di prigionia durante la Prima guerra mondiale. L’esperienza individuale di Bernardo Barberio, capitano nel 142° Reggimento fanteria Brigata Catanzaro, serve all’autore per ricostruire i modi della partenza al fronte, la vita in trincea, i rapporti con la popolazione civile e con le gerarchie militari, le fasi dei combattimenti, la prigionia nei campi austro-ungarici e i tentativi da parte dei prigionieri di resistere alla fame, al freddo, all’abbattimento umano e morale. La ricerca ha permesso il più delle volte anche di dare un nome ai quasi 700 prigionieri transitati dal campo di Dunaszerdahely in Ungheria. Destini individuali e collettivi, grandi e piccoli eventi, narrazione e interpretazione, s’intrecciano nelle varie fasi di questa ricerca scientifica, offrendo un quadro originale e per molti aspetti unico della Grande Guerra a 100 anni dalla sua fine.
Fabio Pistoia