«E’ davvero paradossale: per le clementine prezzi alti per i consumatori e solo briciole per i produttori. Questo sta accadendo sul mercato e i nostri agrumicoltori sono in grande affanno, testimoniato dalla impossibilità non solo evidentemente a fare bilancio, ma a tenere fede agli impegni economici e finanziari. Un mercato che nell’ultima campagna non è mai decollato e questo ha penalizzato l’economia del territorio ionico tra Sibari e Corigliano-Rossano, ma anche nella Piana di Rosarno-Gioia Tauro, nel Lametino e anche in altre aree della regione”.
E’ quanto dichiara Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, che così prosegue: “La sproporzione è clamorosa: per ogni euro speso dal consumatore in clementine fresche, soltanto 12/20 centesimi finiscono nelle mani di chi ha coltivato la terra e raccolto i frutti. Da tempo, abbiamo lanciato non solo un grido d’allarme, ma anche fatto proposte concrete chiedendo alla Regione una stretta convergenza con il Ministero delle Politiche Agricole, che nei giorni scorsi ha stanziato solo dieci milioni di euro per il rilancio dell’agrumicoltura».
Le richieste di Coldiretti sono le seguenti: “un intervento presso Arcea per garantire l’erogazione in tempi rapidi dei saldi PAC e PSR relativi alle annualità 2018 e pregresse a tutti gli agricoltori danneggiati; riconoscimento dello stato di calamità naturale per gli eccessi di pioggia, le alluvioni e le gelate del 2018 e inizio 2019; l’adozione di un bando monotematico a valere sulla misura 4.1 del PSR per la riconversione varietale degli agrumi, al fine di migliorare la competitività sul mercato; l’istituzione di un regime di aiuto regionale, per affrontare la situazione di crisi, con l’adozione del Piano Agrumicolo; l’istituzione di un tavolo di filiera per ridiscutere i rapporti fra gli attori e contrastare le posizioni dominanti”.
Fabio Pistoia