È un pensionato coriglianese di 75 anni l’ennesima “vittima” della ludopatia, ormai divenuta ben oltre un preoccupante fenomeno sociale. Trattasi di una vera e propria malattia che, come tutte le malattie, richiede un’adeguata prevenzione, cure appropriate ed una serie di interventi da parte delle competenti istituzioni.
“Da alcuni mesi – questo l’amaro sfogo dei familiari dell’uomo – ci eravamo accorti di comportamenti sospetti e insoliti e, soprattutto, dell’assenza totale di disponibilità del denaro regolarmente prelevato allo sportello dell’ufficio postale. Con una serie di attenzioni, abbiamo poi verificato, nostro malgrado, che anche lui era caduto in questa terribile trappola. Ore ed ore intere trascorse alle slot machine o alle prese coi gratta e vinci. Ecco dove finiva la sua pensione nel giro di pochi giorni”.
È infatti un via vai continuo, anche a Corigliano Rossano, dalle prime ore del mattino fino alla chiusura dei preposti esercizi. Entrano, mettono una banconota sul bancone, prendono due o tre cartoncini e fanno un passo indietro, senza uscire. Hanno già la monetina in mano, iniziano a grattare subito soffiando sulla polvere di alluminio oppure si piazzano davanti le slot machine.
Difficile tracciare un identikit del giocatore tipo, ma la maggior parte di baristi ed edicolanti del luogo individua due elementi ricorrenti: sesso maschile, età compresa tra i 45 e i 65. Per lo più sono padri di famiglia, che magari hanno figli in età scolare, oppure operai con un lavoro precario. Tra le donne, invece, l’età si alza di una decade. “Il giorno in cui si ritirano le pensioni, molte signore passano prima all’ufficio postale e poi vengono qui”, racconta un esercente commerciale.
Da più parti ormai, nonché dalla famiglia del suddetto pensionato, l’appello è corale e concorde: “Occorre mettere subito uno stop alla ludopatia, a questa malattia che annienta l’essere umano, distrugge le famiglie e porta sul lastrico economico e morale un’intera società”.
Fabio Pistoia