Le rigide temperature di questi giorni (e il previsto arrivo della neve nelle prossime ore, anche a bassa quota) porta con sè, oltre a comprensibili disagi, anche gustose tradizioni e simpatici “riti” da condividere con familiari e amici. Anche le località montane di Corigliano Rossano non saranno risparmiate dall’annunciata imbiancata, ed anzi in alcune di queste zone la neve è già arrivata.
In simili occasioni, il pensiero è senza dubbio associato al ritorno della “scirubetta”, il primo dolce freddo della storia, tipicamente calabrese, amato da grandi e piccini. Il suo nome evoca esotiche atmosfere orientali e tali sono le sue più lontane radici, rigermogliate sui monti del Mediterraneo centrale. Un dolce fatto di neve, quella più pura, da raccogliere appena caduta, che ci permette di rinverdire un’usanza gastronomica cara ai nostri nonni e a quanti di noi sono riusciti da piccoli a raccogliere gli ultimi scampoli di un’antichissima tradizione.
Il termine dialettale più diffuso di scirubetta proviene dall’arabo “sherbet” – termine a sua volta confluito anche nella lingua turca con analogo significato di “bevanda fresca” – da cui originano le parole italiane “sciroppo” e “sorbetto”. Lo sherbet in Medio Oriente è una bevanda dolce servita molto fredda, di varia consistenza da assaporare al cucchiaino. Con la scirubetta calabrese si passa dal liquido freddo ai cristalli di neve, ma la sostanza non cambia.
La preparazione tradizionale della scirubetta prevedeva la raccolta della neve in un pentolone da cui veniva poi redistribuita direttamente in bicchieri o coppe oppure in un vassoio centrotavola nel quale avveniva il magico e generoso incontro con il dolcissimo miele di fichi (meli ‘i ficu), altrove popolarmente denominato vincotto di fichi o semplicemente cotto di fichi, preparato dalle massaie nell’ultimo scorcio dell’estate. In alcune zone della Calabria si usava anche il mosto cotto (nei dialetti regionali variamente denominato vinicuattu o misticuattu). A tempi più recenti – ma pur sempre figlie della antica tradizione orientale – risalgono invece le varianti di scirubetta di neve con succo fresco d’arancia (frutto invernale per definizione) o di limone e zucchero, sciroppi di cedro, bergamotto o d’altra frutta, oppure ancora con caffè e zucchero, o infine con cioccolato.
Fabio Pistoia