Partirono e mai rientrarono. Era il 31 dicembre del 1974. In una notte terribile, buia, fredda e piovosa, 12 figli di Schiavonea salparono e non fecero più ritorno dai loro cari. Appartenevano alle famiglie Celi e Curatolo. I due pescherecci “Nuova Sant’Angelo” e “Madonna Santissima” si inabissarono, a pochi metri dalla battigia, a causa delle terribili condizioni meteorologiche di quella notte.
Gli attuali giorni di festività natalizie e l’imminente avvento del nuovo anno consegnano puntualmente alla memoria collettiva della comunità locale un triste quanto sentito avvenimento. Molti cittadini ricordano quanto accaduto quella notte. Gli anziani lo raccontano, gli adulti lo hanno impresso nella mente e nel cuore.
Mai come in questo periodo dell’anno i coriglianesi, e in primis la popolosa comunità del borgo marinaro di Schiavonea, portano in alto i nomi di Francesco, Rocco, Nicola, Carlo, Angelo e Cosimo Celi; Francesco Stefano, Luciano, Marino, Giuseppe e Antonio Curatolo. Non è un caso che, per imprimere nella memoria il ricordo dell’evento luttuoso per l’intera comunità, nel 2014, nella ricorrenza del quarantesimo anniversario dell’avvenimento, è stata consegnata alla comunità parrocchiale di Santa Maria ad Nives la medaglia che l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferì quale premio di rappresentanza all’iniziativa promossa dall’Amministrazione Comunale con l’intitolazione della Piazza Celi-Curatolo, Caduti in Mare (già Piazza Fiume).
È una storia che la città non potrà e non vorrà mai dimenticare e il forte legame con questi concittadini periti in mare e le loro famiglie testimonia l’orgoglio della comunità di Schiavonea per la storia, le tradizioni, il patrimonio ittico, il senso d’appartenenza che tale splendido luogo può, a giusta ragione, vantare.
Fabio Pistoia