Dei miei cugini arbëresh,al paese d’origine dei miei genitori, quelli che più di tutti avevano la fisionomia albanese,erano i fratelli Elmo,Nicolino e Tuturo (Salvatore). Entrambi biondi,di pelle molto chiara,alti e slanciati.Insomma due bei ragazzi tipicamente arbëresh. Nel Sud,poi,dove biondo (o bionda) fanno gola,rispettivamente,a ragazze e ragazzi, e specialmente alle ragazze che vedono in questo normotipo “il principe azzurro” della favola.
Esattamente e simmetricamente a quanto avviene al Nord per le brune e i bruni che suscitano “attenzione” nei giovani. Paradossalmente,però,negli anni trenta,Tuturo si era creato il complesso del biondo,per via dello sfottò di cui era vittima da parte dei bruni del paese che,chiaramente “invidiosi”, mascheravano la loro invidia conferendo a quel prezioso patrimonio le caratteristiche di un …difetto. E ci volle la chiamata alle armi,nel 1942,a fargli passare il complesso,quando si accorse che le ragazze,una volta fuori dall’ambito paesano,se lo mangiavano con gli occhi.
Fu inquadrato nella Milizia Portuaria,il ramo della MVSN con funzioni di polizia nei porti.Ovviamente,catechizzato nella “mistica” fascista,fu orgoglioso del ruolo,e scriveva lettere entusiastiche,anche per il trattamento economico: Caro Zio,mi trovo benissimo,sia per il vitto che per la divisa, e portiamo la pistola,come gli ufficiali. Mandato in servizio al porto di Trapani,tornato in licenza, raccontò di un aereo americano abbattuto dalla nostra contraerea che,però,cadde intatto sul litorale,mentre il pilota si era lanciato col paracadute.
E aggiunse che,una volta entrati nell’aereo,con grande meraviglia,dovettero constatare,accanto al posto del pilota,la presenza di una cassa di Wiskie. In seguitofu destinato al porto di Genova,ma intanto la madre veniva colpita da paralisi e lui venne a visitarla. La scena del distacco tra madre e figlio fu,a dir poco,molto straziante,aggravata,per giunta,dall’assenza dell’altro fratello,Nicolino,catturato in Libia e prigioniero in India. Da Genova scrisse a mio padre pregandolo di interessarsi per trovare una donna che accudisse alla madre.Si sarebbe fatto carico lui della spesa.
A Genova fu colto dagli scellerati eventi dell’8 sttenbre’43. E fece una scelta.Aderì alla Repubblica Sociale Italiana. Non ne sapemmo più nulla,fino al suo ritorno,a guerra già finita.Nel frattempo la madre era deceduta. Era molto cambiato.Non sorrideva mai.Dava la misteriosa impressione di un uomo braccato e terrorizzato e,per di più,non usciva di casa se non raramente e per brevi sortite. E intanto preparava la documentazione per espatriare, in Argentina,dove di lì a poco si trasferì,diventando uno sfegatato fan di Juan Peron,che aveva avuto modo di conoscere personalmente.
Da un altro cugino,Nino Gigli,seppi,molto tempo dopo, che il terrore di cui era pervaso a guerra finita,era dovuto alle rappresaglie di partigiani comunisti nei confronti dei fascisti,a cui era miracolosamente sfuggito,avendo però modo di assistere ad efferatezze,degne di barbarie,inflitte a donne ed uomini inermi che,pur indossando una divisa, (e indossare una divisa non è un reato,in nessun codice penale al mondo,militare o civile che sia) non avevano commesso nulla di condannabile.
E quella divisa,che lui aveva indossato con orgoglio e spavalderia,all’improvviso, lo mutò in bersaglio del più facile “tirassegno”,o meglio il più divertente “tiro al piccione”per chi andava a caccia di… fascisti,specie se inermi e innocenti,specie dopo che le azioni belliche erano terminate da un pezzo.
E Tuturo ebbe la buona sorte di rifugiarsi a casa di una ragazza genovese, che conosceva da tempo,e che provvide a procurargli dei vestiti civili con i quali si “mimetizzzò” nel percorrere tutta l’Italia,evitando accuratamente il “Triangolo della Morte” Bologna-Ferrara-Reggio Emilia,tristemente famoso per essere diventato il più cruento teatro di eccidi e violenze.
In Argentina si creò una nuova vita,formando una famiglia con due figli,maschio e femmina. E ancora una volte dovette rivivere l’esperienza del terrore e della rappresaglia. Il figlio,studente in medicina,fu vittima delle “attenzioni” dei colonnelli argentini,all’epoca del golpe,e lui,disperato, non aveva notizie di dove potesse essere rinchiuso,sempre che non l’avessero già fatto fuori.
È notorio che i colonnelli davano la caccia a tutti coloro che erano in odore di “peronismo”,e figuriamoci se potevano far a meno di interessarsi di uno della famiglia di Tuturo,vecchio e fedele peronista. E,ironia della sorte,esattamente dopo trent’anni,rivisse lo stesso terrorizzato stato d’animo del dopoguerra italiano.
Ma ci fu il fortunato ricorso alla Chiesa Cattolica,per via del prezioso interessamento di una parente che lavorava alla CHARITAS e,bene o male,la Chiesa vantava un forte carisma sui “colonnelli”,se non,adddirittura,complicità e connivenza da cui,pare,non fosse alieno,l’attuale Papa BERGOGLIO. Ed il figlio tornò a casa,ammaccato ma vivo.La CHARITAS aveva fatto in tempo ad evitare il peggio.Ed oggi,in Argentina, continua a proliferare una discendenza di biondi,partigiani (Dio ne scampi) e colonnelli (Dio ne liberi)),permettendo.
Ernesto SCURA