Giorgio Luzzi è un soggetto infelice: logorato dalla sua marginalità politica e perciò rancoroso come chi non ha spazi né gioie. Non meriterebbe risposta nelle sue deliranti e inutili accuse contro noi parlamentari 5stelle della Sibaritide, fatte di arbitrio e indubbia diffamazione. Evidentemente costui intende la politica come aggressione verbale, come insulto incontrollato e non quale luogo del confronto e del progetto.
Ogni critica, pur se aspra, va accettata e meditata, ma nel suo soliloquio cafonesco Luzzi va molto oltre, al punto da affermare che ce ne stiamo in via del Tritone ad attendere gli ordini dell’«ex venditore di bevande» e che quando ci va bene abbiamo«il permesso di leggere pappagallescamente qualche foglio, con scritto qualche fesseria che il parlamento non ascolta».
Nel merito: Luzzi manca di rispetto e in primo luogo di argomenti, il che è tipico di questo tempo di ostinata subordinazione e guerra tra poveri. Da copione egli non esplicita quali siano le fesserie che, a suo avviso, ci sarebbe concesso di proferire in aula e senza l’ascolto dei colleghi. In sintesi, Luzzi giudica senza conoscere, sentenzia volgarmente sperando di suscitare indignazione e consenso.
Personalmente non lo querelerò, perché, come ricordava Nietzsche, un serpente non può mordere un drago. Se Luzzi ha dei contenuti politici, li esprima in forma normale e si disponga alla sfida democratica sulla capacità di argomentare. Diversamente sarebbe uno dei tanti affetti da meteorismo politico di cui è piena la Calabria, e dunquecausa sui.
È falsa l’asserzione di Luzzi, secondo cui non avremmo idee e proposte per il Sud. E suona perfino di complicità nei confronti dei “poteri deprimenti” il suo scorretto riferimento alla pratica, ascritta a me pur senza nominarmi, di «elemosinare notizie presso gli ospedali di Acri- Rossano-Corigliano (vedi servizio di radiologia di Corigliano) per poi»accontentarmi «magari di qualche titolo sulla stampa locale per problemi che dovrebbero risolvere a monte, ovvero in parlamento, interessando la loro ministra o la commissione sanità».
Le menzogne, è noto, hanno le gambe corte. Luzzi si decida da che parte vuol stare, ma mi sembra che abbia scelto di combattere scompostamente per mantenere i rapporti di forza esistenti in Calabria. Non so che cosa ci guadagni, ma se usassi il suo metodo potrei sbizzarrirmi e inventare le peggiori nefandezze. Non è il mio stile e non credo che la politica possa mai scadere nell’ingiuria o, peggio, nella psicosi, che è l’alterazione qualitativa della realtà.
Una precisazione: Luzzi ha omesso di riportare, nel parlare del Decreto Genova, che la Regione Calabria ha inviato in ritardo la richiesta per lo stato di emergenza in seguito agli eventi meteorologici avversi, sul nostro territorio, d’inizio ottobre. Questo non è un dettaglio trascurabile, ma Luzzi lo salta d’ufficio per concludere che siamo una banda di incapaci.
Vado all’ambito sanitario, di mia competenza. Luzzi sa bene che il primo male da sconfiggere, nella nostra terra, è il predominio dell’illegalità nella gestione dei servizi. A riguardo, però, Luzzi nega, di fatto, che il sottoscritto ha ottenuto risultati concreti e sempre verificabili: l’annullamento dei concorsi non autorizzati nell’Asp di Cosenza, la certificazione ministeriale dell’atteggiamento persecutorio nei confronti del primario chirurgo di Crotone, l’avvio delle indagini per la nomina del direttore del distretto sanitario unico di Vibo Valentia e, per esempio, il ritorno nelle sedi proprie del caso del medico, rimasto al suo posto, condannato in Cassazione per l’omicidio del minore Flavio Scutellà.
Luzzi non può ignorare che ogni giorno mi tocca denunciare procedure irregolari: di assunzione di personale, di conferimento di incarichi, di stravolgimento delle regole comuni. Luzzi non finga di non conoscere le mie battaglie: contro i (7) direttori generali che non hanno raggiunto gli obiettivi; contro il commissario ad acta che si crede un imperatore; contro il governatore e il consiglio regionale, che non intervengono su questioni di loro specifica competenza. Su tutte rammento il surplus di finanziamento al policlinico universitario di Catanzaro, per circa 10 milioni di euro all’anno, dal lontano 2012.
Per quanto concerne i problemi di sistema, il distratto (?) Luzzi salta a piacimento le due più importanti iniziative che sto portando avanti con la collega deputata Dalila Nesci: la modificazione dei criteri di ripartizione del Fondo sanitario e le assunzioni del personale per il rispetto della normativa sui turni e i riposi, di cui alla Legge numero 161/2014.
Dal ’99 a oggi la Calabria – e questa, Luzzi, è tutt’altro che una fesseria – non ha ricevuto oltre 2 miliardi dallo Stato, perché ancora i trasferimenti non si basano sull’effettivo fabbisogno di cure per i pazienti cronici. Questo significa che la Calabria ha 130milioni all’anno in meno del necessario.
Tra parentesi, ritengo che nessuna forza politica abbia prodotto quanto il Movimento 5stelle in tema di Piano di rientro: sulla sua infondatezza legata alle minori risorse, sull’illegittimità della proroga oltre i tre anni e sugli abusi che esso ha favorito nel tempo. A Luzzi rammento che nel dicembre 2016 presentammo una proposta di legge regionale di iniziativa popolare, mai discussa dall’assemblea legislativa calabrese, nonostante i suoi punti di forza: riduzione di sprechi, efficienza delle aziende e maggiore disponibilità di personale tra ospedali e territorio.
Chiudo con un’ultima annotazione sulla predetta normativa circa i turni (e riposi) del personale sanitario. Rinfresco la sbiadita memoria di Luzzi: me ne occupai già da consigliere comunale di Corigliano, anche perché sono uno che ha sofferto e soffre nella carne le deficienze sanitarie della Calabria.
Infine sul razzismo credo che Luzzi debba fare una riflessione molto meno insipida. Per lui il razzismo è Salvini; per me è un fenomeno connesso al dominio capitalistico, che oggi si manifesta soprattutto attraverso il sistema monetario. E qui Luzzi perderebbe per ko al primo round.
Francesco Sapia
deputato, M5s