Situazione al limite dell’inverosimile, quella che si registra nella popolosa frazione Cantinella del comune di Corigliano Rossano. Un ragazzino di 16 anni, affetto da problemi di salute ed amorevolmente assistito dalla madre, oltre che delle necessarie cure mediche, è costretto a privarsi della luce del sole, di affacciarsi finanche al balcone di casa per “colpa” di un branco di cani randagi perennemente presenti sotto la sua abitazione.
La denuncia è della madre del giovane protagonista di tale assurda vicenda, la signora Maria Rosaria Meligeni, che dopo aver contattato tutte le autorità preposte non sa più a che santo votarsi per tutelare la salute del proprio figliolo.
“Sono tornata solo di recente da Roma insieme a mio figlio perché lui è un ragazzo che ha seri problemi di salute. Attualmente, a causa di questa sua particolare condizione, è fragile, per l’esattezza immunodepresso. Occorre quindi la massima attenzione nei suoi confronti e della sua integrità fisica. Ebbene, al nostro rientro a casa, noi abitiamo in via Favella della Corte, quartiere case popolari di Cantinella, abbiamo riscontrato la presenza di un vero e proprio canile all’aperto, con la presenza di un branco di una decina di cani randagi. Una situazione inaccettabile – dichiara la madre del ragazzo – perché noi, che non abbiamo nulla a priori contro gli animali, non siamo più liberi di vivere serenamente in casa nostra, di tenere il balcone aperto, di stendere la biancheria, poiché abitiamo al pianterreno dello stabile. La biancheria pulita diviene immediatamente sporca e piena dei peli dei cani, ma soprattutto mio figlio non può più neppure prendere una boccata d’aria perché non può entrare in contatto con i randagi, la sua salute va preservata come certificato da una lunga e dettagliata documentazione medica. Da settimane mi sono rivolta, ma senza sortire alcun risultato, alle autorità municipali e sanitarie; i Vigili urbani sono immediatamente intervenuti e segnalato la situazione a chi di competenza ma ad oggi nulla è cambiato. Dal Comune e dall’Azienda Sanitaria – spiega ancora la signora Meligeni – nessuno prende a cuore la vicenda, eppure io chiedo solo che questi animali vengano allontanati dalla nostra zona per il bene di mio figlio. Solo un randagio è stato portato via, tutti gli altri sono sempre qui giorno e notte, e abbiamo smesso di vivere. A chi devo rivolgermi per tutelare mio figlio? Non posso correre il rischio di fargli contrarre qualche infezione, lui deve essere salvaguardato a livello igienico-sanitario come e più di tutti noi altri. Figuratevi che una mia vicina di casa ha addirittura trovato le zecche nel balcone di casa proprio per la corrispondenza allo stello livello dei cani con le nostre abitazioni. Spero che questo mio appello venga ascoltato e recepito da qualcuno perché è assurdo che mio figlio sia costretto a rimanere chiuso in casa a causa dell’indifferenza delle istituzioni”.
Fabio Pistoia