Diversi tipi (oltre 20) di infiorescenze femminili di canapa legale e light di qualità selezionata, coltivate e cresciute indoor con legale contenuto di CBD nel comune di Corigliano Rossano. Parliamo ovviamente della canapa sativa, anche chiamata canapa industriale, quella con basso tenore di THC (tetraidrocannabinoidi) e non della canapa indica, stupefacente, ad alto tenore degli stessi.
Il boom della canapa legale ha travolto negli ultimi mesi anche Corigliano, che difatti si rivela presente – oltre che con varie coltivazioni anche con la vendita presso appositi negozi sorti in città nonché esercizi di altro genere allo scopo autorizzati – anche nel settore del commercio via internet. Il cosiddetto “e-commerce” conferma il trend positivo, poiché a Corigliano, attraverso un’azienda nazionale, si coltiva canapa legale che viene acquistata da ogni luogo con un semplice click dal proprio computer. E i dati di vendita sono tra i più alti dell’intero Sud Italia.
Il via libera alla coltivazione della canapa è infatti previsto se la pianta ha un tasso di THC inferiore allo 0,2% mentre, come previsto da regolamento europeo, è necessaria l’autorizzazione nel caso in cui la percentuale sia superiore. Qualora questa risulti superiore allo 0,2% ma entro il limite dello 0,6% l’agricoltore non ha alcuna responsabilità. Se però la soglia viene oltrepassata, l’autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa. È questo il contenuto della circolare recentemente pubblicata dal Ministero delle Politiche Agricole e che riguarda le disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa della varietà cannabis sativa. L’obiettivo è di chiarire le regole di attuazione dalla legge 2 dicembre 2016 entrata in vigore il 14 gennaio 2017. Nella circolare del Ministero vengono così stabilite le regole di coltivazione nell’ambito del florovivaismo della canapa, individuando i settori produttivi dove può essere impiegata, che vanno dall’alimentazione alla cosmesi, dall’industria e artigianato al settore energetico e alle attività didattiche e di ricerca industriale.
Un mercato, quello della canapa legale, che seppur controverso e dibattuto è divenuto una preziosa fonte occupazionale e redditizia, soprattutto per molti giovani agricoltori. Una tradizione che affonda lontane radici: basti pensare che all’inizio del 1900, prima dell’avvento del proibizionismo, nella nostra penisola si coltivavano più di centomila ettari di canapa e l’Italia era una delle prime nazioni al mondo per quantità e qualità di prodotto.
Fabio Pistoia