Nuovo capitolo sulla Chiesa locale e, in particolare, sulla querelle in atto tra alcuni parroci e famiglie di defunti. A distanza di poche ore dalla pubblicazione di una notizia, afferente il rifiuto che sarebbe stato dato da un prete alla richiesta di alcuni professionisti di leggere un breve ricordo all’amico prematuramente scomparso un mese addietro, si registra un ennesimo caso. A segnalarlo sono gli stessi protagonisti, ossia i nipoti di una signora le cui esequie sono state celebrate in una chiesa di Corigliano domenica 14 ottobre.
“Nell’occasione dei funerali di nostra nonna, alla quale eravamo profondamente legati, abbiamo chiesto al parroco – spiegano i nipoti della donna volata in Cielo – di poter leggere una breve lettera a Lei dedicata, alla sua vita, all’affetto che ci legava reciprocamente. Questa possibilità ci è stata negata dal parroco con la seguente motivazione: “No, non si usa”. Noi, dopo aver letto quanto accaduto al trigesimo di un uomo e al rifiuto di leggere un suo ricordo scritto da alcuni amici e compagni di scuola, abbiamo deciso di rendere pubblica anche la nostra vicenda, che riteniamo assurda ed ingiustificabile”.
Adesso, a fronte di quanto accaduto, alcuni cittadini, tra i quali proprio gli amici d’infanzia e compagni di scuola dell’ingegnere coriglianese scomparso a Torino e il cui trigesimo è stato celebrato sabato scorso in una chiesa dello Scalo, rivolgono un accorato appello addirittura a Papa Francesco per renderlo edotto di tale “costume” (ad opera di alcuni uomini di Chiesa ma non di tutti) e chiedendogli di intervenire per regolamentare la materia, al fine di permettere a familiari e persone care di rivolgere durante le esequie un ultimo pubblico saluto a coloro i quali lasciano questa vita terrena.
Fabio Pistoia