Appello di alcuni agrumicoltori coriglianesi alle autorità nazionali e regionali
“Controlli a tappeto per evitare che siano etichettati e venduti come italiani agrumi che tali non sono”. È questo l’accorato appello proveniente da un gruppo di agrumicoltori operanti nel comune di Corigliano Rossano e direttamente indirizzato alle preposte autorità nazionali e regionali,
appello che si unisce all’analogo rivolto proprio nelle ultime ore da alcuni “colleghi” siciliani del settore nonché da associazioni di categoria.
“Dai mercati spagnoli ci giunge la notizia che in vista dell’apertura della campagna di raccolta del Navel nel paese iberico sono giunte massicce prenotazioni dall’Italia di agrumi in foglia. La richiesta maggiore – dichiarano gli agrumicoltori – arriva da Lazio, Sicilia e Campania e Calabria ma anche dalle regioni del Nord vi sono numerose prenotazioni di arance estere. Tale massiccia e anomala richiesta ci allarma e ci auguriamo che questi agrumi non siano poi etichettati e venduti come prodotto italiano”.
“Chiediamo dunque al Ministero e alla Regione – aggiungono gli agrumicoltori di Corigliano Rossano – di intervenire con controlli a tappeto per evitare frodi, falsificazioni e imbrogli che danneggerebbero i produttori calabresi e sottolineiamo, inoltre, che questo tipo di commercializzazione può creare seri problemi dal punto di vista fitosanitario con il timore che si possono introdurre parassiti che attaccano gli agrumeti. Si auspica che i controlli da parte degli enti preposti siano efficaci affinché sia scongiurato qualsiasi pericolo per gli agrumeti calabresi”.
Fabio Pistoia