Il racconto di Imma Russo, giovane titolare di un’attività d’abbigliamento
Allarme furti a Corigliano Scalo, e precisamente nella centralissima via Nazionale. Dopo quanto accaduto lo scorso sabato pomeriggio all’interno dell’ottica Martucci, tornano a farsi sentire i commercianti vittime di alcune donne che, stando alle testimonianze che si susseguono sui social network, sarebbero in ‘piena attività’ nel territorio.
Imma Russo, titolare del negozio “Macò abbigliamento”, situato proprio a fianco della suddetta ottica, ha deciso di raccontarci la storia che la vede suo malgrado protagonista, anzi le storie. Perché l’esercente commerciale è stata oggetto delle ‘particolari attenzioni’ della banda di donne in azione per ben due volte, l’ultima delle quali lo stesso sabato 25 agosto.
“Sto attraversando un periodo di forte preoccupazione ed ansia, a causa di un furto prima e di un tentativo di aggressione poi, fatti entrambi accaduti all’interno del mio negozio di via Nazionale. Lo scorso 29 giugno si sono presentate 3 donne, le stesse che ho riconosciuto dai fotogrammi dell’ottica situata di fianco alla mia attività, e hanno rubato un pantalone del valore di 70,00 euro. Appena accortami dell’accaduto – dichiara Imma Russo – sono andata a visionare le registrazioni effettuate dall’impianto di videosorveglianza collocato all’interno del negozio. Le donne in azione sono sempre loro, a bordo di una Fiat Punto di colore grigio e con vetri oscurati. Ho subito sporto denuncia alle Forze dell’Ordine. Lo scorso sabato pomeriggio, quindi a distanza di due mesi, intorno alle 18.30, la stessa banda è tornata a colpire, probabilmente suddividendosi i ‘compiti’ tra il mio negozio e la vicina ottica. Sono entrate in due e ho immediatamente riconosciuto una di loro, presente già la volta precedente, e non mi sono fatta sfuggire l’occasione, pur se comprensibilmente nervosa perché mi trovavo completamente sola in negozio. Hanno scelto il capo da acquistare, una felpa del valore di 30,00 euro, e una volta arrivate alla cassa per il pagamento ho detto alla ragazza riconosciuta se aveva intenzione di pagare il pantalone precedentemente trafugato. Lei dapprima ha negato tutto, poi, quando ho fatto presente che ero in possesso dei filmati e che c’era già una denuncia, è rimasta zitta. A questo punto – prosegue nel suo racconto la giovane commerciante – si è intromessa l’altra donna per difendere l’amica e, dopo una breve discussione, quest’ultima si è avvicinata verso di me e la cassa per afferrare i soldi; poi, appena mi sono spostata con i soldi in mano e le ho detto che non gliene avrei mai dati, lei ha girato dietro il bancone e mi ha afferrato per il collo, fortunatamente solo lievemente perché ho avuto la prontezza di darle un violento spintone per allontanarla. Praticamente le ho tolte fuori gridando che erano delle ladre. Adesso, dopo aver appreso anche di quanto accaduto nella vicina ottica e nelle stesse ore, il mio stato di agitazione è aumentato, non riesco più a dormire e ad essere tranquilla. Io durante il giorno sono sola in negozio e non oso pensare cosa possa capitare se queste donne tornano nuovamente o se si presentano altri malintenzionati, magari armati. Spero che queste ‘signore’ vengano individuate e punite al più presto, quello che chiediamo noi esercenti commerciali è solo un po’ di serenità nello svolgimento del nostro quotidiano lavoro”.
Fabio Pistoia