Sono trascorsi ben 370 anni, era il 23 agosto del 1648, allorquando la Madonna della Schiavonea si manifestò ad Antonio Ruffo, detto ‘Antonaccio’. Da allora, il culto della Vergine è sempre vivo nelle menti e nei cuori della popolazione del borgo marinaro di Schiavonea, che anche ieri è tornato in massa a testimoniare la sua profonda fede e devozione popolare.
Un programma di celebrazioni religiose e civili curate, con la consueta pazienza e abnegazione, dal parroco del Santuario di S. Maria ad Nives, Padre Lorenzo Fortugno, e dall’intera comunità parrocchiale di Schiavonea, con la preziosa collaborazione della Capitaneria di porto-Guardia costiera di Corigliano. Numerosissime le persone che hanno preso parte alle iniziative svoltesi sia nelle ore pomeridiane che serali. Dapprima, le Sante Messe, poi la Processione e il successivo suggestivo imbarco dalla zona ‘Madonnina’. Infine, una serata di convivialità nel sagrato della chiesa, che ha registrato uno spettacolo con l’esibizione degli apprezzati Annarita e Angelo Meringolo e, a distanza di 8 anni dalla sua ultima presenza sul palcoscenico, del talentuoso Salvatore ‘Thuro’ Gargiulli, che ha eseguito 5 canzoni con la sua straordinaria voce e per la gioia di tutti i convenuti (e che si ringrazia per le foto allegate).
Si è tornato così a ricordare, come avviene puntualmente ogni anno,il mistico evento tramandato nel corso dei secoli. Nella notte del 23 agosto 1648, mentre osservava il mare nelle vicinanze della chiesa di S. Leonardo e della Torre del Cupo, tra il personale di quest’ultima vi era un’umile sentinella a cavallo, di nome Antonio Ruffo, che assolveva il suo compito cavalcando lungo la spiaggia e osservando il mare alla ricerca di eventuali pericoli. Secondo la tradizione, proprio a lui, quella notte, apparve la Vergine Santissima. Seduta su di un seggio sul mare, con le braccia distese, tranquillizzò l’attonito cavaliere e dichiarò di essere la Madonna della Schiavonea. Gli chiese poi di far dipingere una Sua effigie da venerare nella vicina chiesetta di San Leonardo, in riva al mare. Maria Santissima ripeté per altre due volte la sua Apparizione, prima che si credesse alla realtà delle visioni e che si provvedesse a quanto da Lei richiesto. Fu così dato incarico ad un pittore di Corigliano, un certo Scamardella, di dipingere un ritratto della Vergine apparsa.
Per diversi anni, il quadro della Madonna della Schiavonea fu custodito nella chiesa di San Pietro in Corigliano, ma dal 1648 è possibile ammirarlo nel Santuario del borgo marinaro. Molto suggestivo anche il prosieguo della leggenda legata all’opera d’arte. Il pittore Scamardella, difatti, a seguito della suddetta Apparizione, iniziò il suo lavoro nella chiesetta di S. Andrea, sotto la direzione dello stesso Antonio Ruffo, il quale gli indicava i particolari della posizione della Madonna, della foggia e dei colori dell’abito. Inspiegabilmente, e secondo qualcuno anche improvvisamente, si trovò il viso della Vergine completato con arte veramente sublime: era il volto di una Madonna Nera. Contemporaneamente, la campana della chiesetta si mise a suonare da sola, richiamando i fedeli ad ammirare il volto miracoloso della Vergine. Dopo questo fatto straordinario, il pittore non ebbe più il coraggio di rifinire il resto del quadro. L’entusiasmo dei coriglianesi fu grande e la loro devozione crebbe di più a causa delle Grazie che la Madonna spandeva.
Fabio Pistoia