Si rischia di perdere per sempre una preziosa testimonianza di storia locale.
Lungo tutta la costa della Sibaritide, esistono a tutt’oggi una ventina di torri costruite ad una distanza media di 8-9 chilometri l’una dall’altra. Queste rivestono un grande valore monumentale, sia sul piano dell’architettura civile che su quello dell’architettura militare. All’interno del territorio di Corigliano ricade, oltre la Torre del Cupo (Schiavonea), anche la Torre del Ferro (Thurio).
Edificate nel XVI secolo, durante la dominazione spagnola, come torri di guardia per salvaguardare le coste dalle invasioni dei Turchi. Al loro interno risiedevano i torrieri, che avevano il compito di vigilare e segnalare eventuali incursioni.
Torre a base quadrata, sorge in un campo coltivato in un contesto ancora protetto, nei pressi della frazione Thurio, nel cuore della Piana di Sibari. È suddivisa su due piani, allo stato attuale non accessibili. Le mura del secondo piano sono esili, e si notano i pochi resti del coronamento a sbalzo con beccatelli.
Vittorio Faglia, che ne aveva fatto la ricognizione del bene culturale negli anni Ottanta, la descrive nel seguente modo: “….questa romantica torre a slanciato corpo parallelepipedo su base troncopiramidale, a pianta quadrata di 7 metri di lato, è il rudere di una residenza rurale, che probabilmente il proprietario si fece costruire a forma di torre. L’impressione, abbastanza fondata, è però da controllare. Il sopralluogo ha lasciato leggere il modesto spessore delle mura, di appena un metro nella parte basamentale a scarpa…”.
Ad oggi, manca del tutto il coronamento dei beccatelli e la parete dove è posto l’ingresso è quasi crollata del tutto. Si tratta di un triste esempio di decadenza nella quale sono avvolti numerosi beni artistici e culturali di Corigliano. Senza un necessario intervento di consolidamento e restauro, prima o poi andrà persa anche questa preziosa testimonianza di storia locale.
Fabio Pistoia