Malasanità o cos’altro? Quali cause si celano dietro la prematura scomparsa di una donna di 59 anni, residente nella popolosa frazione di Cantinella, in località Corigliano del neonato comune unico di Corigliano Rossano? Sono questi i quesiti, più che legittimi, che i familiari di C.L.G., queste le iniziali della signora, si pongono, e soprattutto rivolgono alle competenti autorità dalle quali attendono risposte.
I fatti risalgono al mese di aprile del 2016, dunque ad oltre due anni addietro. La 59enne in questione, in quel periodo, soffriva di depressione, a seguito di problemi di famiglia, e per questo motivo aveva tentato, invano, di togliersi la vita. Immediatamente soccorsa dai congiunti (la donna era sposata e madre di due figli) e trasportata di primo mattino presso l’ospedale “Guido Compagna” di Corigliano, si spense nel pomeriggio, sempre presso le stanze del nosocomio cittadino. Da allora, tanti sono i dubbi che si susseguono sul decesso della donna.
“Nostra mamma, fino all’ultimo istante della sua vita, era lucida, perfettamente cosciente. Nonostante le nostre rimostranze, – racconta uno dei figli della signora – i medici in servizio in quelle ore presso il pronto soccorso hanno proseguito con il loro protocollo, non prestando ascolto alle perplessità avanzate da noi familiari. Alla fine, la mamma è morta, così, inspiegabilmente, e ancora oggi, a distanza di anni, non riusciamo a conoscerne le cause. I nostri due legali hanno avanzato, in tutto questo lasso di tempo, una serie di sollecitazioni alle competenti autorità, ma una coltre di silenzio ha caratterizzato l’intera vicenda da quel momento in poi”.
I familiari di C.L.G., difatti, hanno presentato di lì a poco una formale denuncia alla locale caserma dei Carabinieri contro i medici in servizio presso il locale pronto soccorso, a loro giudizio rei di non aver prestato adeguata cura e assistenza alla signora dal momento dell’arrivo in ospedale e nelle ore successive.
“Non abbiamo finora mai conosciuto gli esiti dell’autopsia disposta ed eseguita sul corpo di nostra madre – dichiara ancora uno dei figli – nonostante siano trascorsi non solo i consueti 90 giorni, ma addirittura oltre due anni! E non siamo più stati informati sull’iter delle indagini, se qualcosa è stato fatto oppure no. Nulla. Di qui l’appello che oggi rivolgiamo pubblicamente all’autorità giudiziaria affinché faccia chiarezza sull’accaduto e ci fornisca una qualche risposta sulle cause che hanno portato al decesso di nostra madre. È un sacrosanto diritto, una battaglia che porteremo avanti perché quello che chiediamo è solo attenzione e giustizia”.
Fabio Pistoia