Coriglianeto e Missionante tra i tratti segnalati dall’Arpacal
“I recentissimi episodi di mare sporco sui litorali dello Jonio e del Tirreno cosentino, e anche per pochi giorni in alcuni punti dello Jonio e della Costa degli Dei con la più sviluppata economia del mare della regione, ripropongono la necessità di provvedimenti adeguati per la salvaguardia e valorizzazione del grande patrimonio costiero calabrese”. E’ quanto afferma in una nota il geologo Mario Pileggi del Consiglio Nazionale Amici della Terra.
“Un patrimonio che rappresenta il 20% dei litorali più preziosi dell’intero Bel Paese ma che viene sottovalutato dentro e fuori la Calabria. Siamo all’inizio del quarto mese della stagione balneare e sui 716 chilometri di costa calabrese – proseguono dall’associazione – non si vedono tutte le informazioni sulla qualità delle acque marine e sui divieti di balneazione indicate dalle direttive del Ministero della Salute e norme vigenti. Informazioni necessarie per prevenire l’esposizione dei bagnanti a rischi per la salute, da pubblicare anche su appositi cartelli posti in ben evidenza in corrispondenza dei 43.900 metri delle aree non adibite alla balneazione con divieto permanente di balneazione per inquinamento e per altri motivi. Cartelli da esporre anche in corrispondenza di ognuna delle 629 aree, della lunghezza complessiva di 671.760 metri, adibite alla balneazione e monitorate con prelievi e analisi mensili dall’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente e dove i divieti per inquinamento sono temporanei. La tempestiva e capillare diffusione dei dati sui profili e sulla qualità delle acque di balneazione è richiesta dalle norme vigenti per dare a tutti e in tempo reale le notizie sull’andamento dello stato di salute dei mari in ogni singola area. D’altra parte, per valutare le condizioni di salute dei mari su ogni tratto dei 716 chilometri di costa calabrese non ci si può limitare alla lettura del solo dato regionale ma si devono leggere i risultati delle analisi delle acque anche a livello provinciale e comunale”.
Su scala regionale i risultati delle più recenti analisi effettuate nei mesi di aprile, maggio e giugno scorsi confermano il prevalere delle aree con acque classificate di qualità eccellente e criticità soltanto su 27 aree, cioè il 2%.
“I risultati delle precedenti analisi effettuate sui 3.855 campioni utilizzati dall’Arpacal per la classificazione delle acque per l’inizio dell’attuale stagione balneare – dichiara Pileggi – evidenziano solo 82 campioni, pari al 2,13%, con esito non conforme ai valori limite della normativa vigente. Le stesse analisi certificano l’idoneità alla balneazione su oltre 650 chilometri di costa. Ma c’è di più: l’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente certifica l’eccellente qualità delle acque di balneazione su 620 chilometri di costa, cioè sul 92% di tutte le aree adibite alla balneazione”.
“La provincia di Cosenza dispone complessivamente di 227.900 metri di costa, più di un terzo di quella dell’intera della regione. L’insieme dei litorali adibiti alla balneazione e sottoposti al controllo delle acque sul Tirreno e sullo Jonio della stessa provincia raggiunge la lunghezza complessiva di 205.793 metri. Sul 93% degli stessi litorali e, quindi su 192.406 metri di costa, è stata certificata la qualità eccellente delle acque di balneazione. Una percentuale superiore alla media regionale ma più bassa, anche se di poco, rispetto alla stagione balneare 2017 quando la percentuale era del 94,05% e la lunghezza raggiungeva i 193.546 metri. Nella stessa provincia le aree di criticità per le acque classificate di qualità scarsa e non balneabili per l’inizio dell’attuale stagione balneare è 1,27% pari a 2.617 metri mentre, sempre secondo i dati Arpacal,sulle criticità nel 2017 la percentuale era dell’1,51% e la lunghezza complessiva di 3.102 metri. Tra le criticità da considerare c’è l’area denominata “200 M Sud Canale Prosp. Depuratore” della lunghezza di 372 e acque classificate di qualità scarsa con divieto temporaneo per quattro anni di seguito; la stessa area senza i necessari interventi di risanamento rischia un divieto di balneazione permanente. Altre criticità segnalate di recente dal Servizio Acque del Dipartimento provinciale Arpacal di Cosenza al Commissario di Corigliano Rossano, e contestualmente al Ministero della Salute ed alla Regione Calabria, la non conformità dei risultati delle analisi dei campioni prelevati in data 10.07.2018 presso le stazioni di campionamento denominate: “100 mt. dx Torrente Coriglianeto”, “100 mt. sx Torrente Coriglianeto” e “100 mt. nord canale Missionante” in cui il parametro relativo all’Escheria coli ha dato un valore superiore ai limiti”.
Fabio Pistoia